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Pubblica di martedì 24/01/2023
A cura di:Raffaele Liguori
L’arresto di Matteo Messina Denaro, una settimana dopo. I molti interrogativi che restano sulle coperture della latitanza, su alcuni segnali dati dal boss mafioso che potrebbero essere interpretati come una volontà di consegnarsi. E poi le “lezioni” del passato: l’arresto differito di Bernardo Provenzano. Scrivono i giudici della corte d’assise d’appello di Palermo nelle motivazioni della sentenza di assoluzione dei generali dei Ros Mori e Subranni nel processo sulla trattativa stato-mafia: “vi erano indicibili ragioni di interesse nazionale a non sconvolgere (con l'arresto di Provenzano, ndr) gli equilibri di potere interni a Cosa Nostra che sancivano l’egemonia di Provenzano e della sua strategia dell’invisibilità o della sommersione almeno fino a che fosse stata questa la linea imposta a tutta l’organizzazione. Un superiore interesse – proseguono i giudici palermitani - spingeva ad essere alleati del proprio nemico per contrastare un nemico ancora più pericoloso“. A Pubblica i commenti e le analisi di Alfredo Galasso, avvocato e docente diritto civile, profondo conoscitore del fenomeno mafioso.
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