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    Petrolio, prezzi di bassa stagione. Perchè sono crollati in questi ultimi mesi?

    A cura di:

    Raffaele Liguori

    Un crollo di quasi il 40% in tre mesi: il prezzo del petrolio è sceso sotto i 70 dollari a barile. E' una delle cadute più precipitose degli ultimi anni. Perchè? Ugo Bardi, chimico fisico all'università di Firenze, racconta a Memos che il mercato e i prezzi del greggio si comportano un po' come il livello del mare prima di uno tsunami: «Si ritira, cioè i prezzi si abbassano, prima della tempesta». Quale sarebbe la tempesta in arrivo? «Il sistema – dice Bardi – non è in grado di sussistere a questi prezzi per un motivo molto semplice: una grande quantità di petrolio che si estrae oggi ha un costo elevato, di oltre 100 dollari al barile. E in un mercato con prezzi di circa 70 dollari nessuno può permettersi di vendere a lungo, rimettendoci». Cosa succede allora? «Che il prezzo non può stare per troppo tempo sui 70 dollari senza mandare in bancarotta una frazione consistente dei produttori di greggio». Ugo Bardi cura un blog (http://ugobardi.blogspot.it) che raccoglie analisi e studi sullo sfruttamento delle risorse e i cambiamenti climatici. Ospite a Memos oggi anche Alberto Negri, inviato speciale del Sole 24 Ore. «La causa del calo dei prezzi del greggio è un eccesso di offerta rispetto alla domanda – dice Negri –, un eccesso dovuto anche alla forte presenza sui mercati, superiore alle aspettative, di shale gas e shale oil. Ma la caduta dei prezzi è frutto anche e soprattutto di una scelta politica: l'Opec, e cioè l'Arabia Saudita, insieme agli Stati Uniti hanno deciso da tempo di inondare i mercati di petrolio. In questo modo tengono nel mirino l'economia russa e quella iraniana, legate all'export di greggio. E, com'è noto, Russia e Iran sono due nemici di Washington, ma anche di Riyad».

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    Il gruppo editoriale Gedi è in vendita: John Elkann se ne vuole disfare e la trattativa con l’armatore ed editore greco Theodore Kyriakou è ben avviata. Il gruppo Gedi include Repubblica e La Stampa (rispettivamente il secondo e terzo tra i più venduti quotidiani generalisti in Italia), il sito di news HuffPost e le radio Deejay, Capital e m2o. Le redazioni sono in mobilitazione, ci sono già stati degli scioperi: i timori per l’occupazione dei lavoratori e per l’autonomia e la libertà editoriale delle testate. Una questione che, peraltro, va anche oltre il destino di Gedi e si allarga al panorama dell’informazione in Italia. Nella trasmissione Tutto scorre, Luigi Ambrosio ha ospitato Zita Dazzi, giornalista di Repubblica, rappresentante del comitato di redazione.

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