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Memos di mer 29/01
A cura di:Raffaele Liguori
Futuro come promessa o come minaccia? Per il filosofo e psicoanalista franco-argentino Miguel Benasayag siamo nel pieno di una transizione che ci sta portando ad immaginare il futuro come una minaccia. «La democrazia – sostiene Benasayag - è molto insidiata da questa minaccia. La democrazia ha bisogno di desiderio, di possibilità, di virtualità, di pensare ad un futuro dove ciò che oggi subiamo possa sparire. Quando non è così le democrazie diventano sempre più autoritarie. Bolsonaro in Brasile, Salvini in Italia. Anche Macron che ha l’aria da moderno, invece è un autoritario terribile. Penso – prosegue il filosofo Benasayag - che ci sia un collegamento tra questa minaccia e la rottura dei legami tra individui e tra comunità. Quando hai paura la reazione normale è quella di chiudersi attorno alla propria famiglia, alla propria tribu; la reazione è l’individualismo. La nostra sfida – conclude Miguel Benasayag - è come possiamo uscire da questo futuro oscuro, minaccioso. Come possiamo creare una relazione, una pratica concreta che permetta di resistere da questo disastro». Miguel Benasayag è stato intervistato da Memos nei giorni scorsi, a margine di una lezione sulla complessità tenuta alla Fondazione Feltrinelli. Ospite della puntata di oggi anche la giornalista e scrittrice Bianca Stancanelli che ci ha ricordato la storia di Soumaila Sacko attraverso il suo libro intitolato “La pacchia. Vita di Soumaila Sacko, nato in Mali e ucciso in Italia” (Zolfo).
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