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Memos di mer 24/02/21
A cura di:Raffaele Liguori
Draghi, Giavazzi e il fisco. Gli stralci sulle tasse del discorso di Draghi sulla fiducia al Senato sono identici ad un articolo dell’economista della Bocconi del 30 giugno scorso apparso sul Corriere della Sera. Il capo del governo ha saccheggiato da quel testo di Giavazzi diverse cose: la riforma fiscale danese (meno tasse ai redditi più alti) portata ad esempio in quel discorso; e poi il metodo della commissione di esperti; e ancora i riferimenti storici alle riforme Vanoni e Visentini. Il testo di Draghi sembra scritto da Giavazzi. All’ex capo della Bce non è scappata né una virgoletta né la citazione di una fonte. Ma Giavazzi, affermato sostenitore del pensiero neoliberale e della sfortunata dottrina dell’austerità espansiva, è il maître-à-penser di Draghi sulle tasse? Il quesito non viene risolto nemmeno dallo scopritore della scopiazzatura, il giornalista Carlo Clericetti di Repubblica, ospite oggi a Memos. Ma se il modello di riforma fiscale di Draghi è quello “danese-Giavazzi”, come si concilia la sbandierata (da Draghi) progressività con la riduzione delle aliquote per i più ricchi? Su questo punto Memos ha intervistato l’economista della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, Maria Enrica Virgillito. Per concludere la puntata, Memos ha chiesto a un costituzionalista dell’Università di Torino come il professor Francesco Pallante (“Elogio delle tasse”, Edizioni Gruppo Abele 2021) quali sono le ragioni che hanno spinto i costituenti a scegliere (art.53) la progressività come principio fondamentale del sistema fiscale.
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