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Memos di mer 14/04/21
A cura di:Raffaele Liguori
La giustizia della sorveglianza. Appare così la giustizia esercitata “in nome del popolo italiano” dalle parti delle procure di Trapani e di Locri. Sorvegliati. E’ questa la condizione degli oltre quaranta giornalisti finiti nella rete delle intercettazioni delle procure di Trapani, dove indagano le Ong e le loro operazioni di salvataggio nel Mediterraneo; e di Locri, dove sotto inchiesta (ora sotto processo, da quasi due anni) c’è finito il sistema dell’accoglienza dei migranti costruito dall’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano. Salvataggi e accoglienza! E un pezzo dell’informazione che li ha raccontati. Ora hanno scoperto tutti di essere stati ascoltati per mesi. Conversazioni, si legge negli articoli che le hanno rivelate, che riguardano anche la vita privata delle persone. Il sistema della sorveglianza ha squadernato in pubblico un catalogo di conoscenze riservate, private, professionali, numeri, indirizzi. Tutti ora consultabili on demand da parte di magistrati, avvocati della difesa e delle parti civili. L’ascolto attraverso le intercettazioni, oltre che pratica invasiva e a volte l’unica ad esempio per le indagini di mafia, è anche una pratica oggettivamente dissuasiva. Potrebbe indurre ad una silenziosa discrezione su temi fondamentali, immigrazione e accoglienza. Memos oggi ha ospitato uno dei giornalisti che ha rivelato sul proprio giornale le intercettazioni di Trapani, si tratta di Andrea Pellegrino (Domani). Ospite anche l’avvocata Caterina Malavenda, esperta di diritto dell’informazione.
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