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Memos di gio 16/05
A cura di:Raffaele Liguori
Fascismi e populismi. Federico Finchelstein, storico argentino che insegna alla New School for Social Research di New York, ha studiato per vent’anni il fascismo e il populismo. Li ha osservati in tutte le loro manifestazioni geografiche, dall’America Latina all’Europa agli Stati Uniti. E nel tempo: dal Novecento agli anni Duemila. Qual è la relazione tra fascismi e populismi? Il professor Finchelstein sostiene che nel ‘900 il populismo ha rifiutato di vedere il fascismo come un alleato, mentre i populisti di oggi sono più vicini alle idee del fascismo. Memos ha ospitato il professor Finchelstein autore del libro “Dai fascismi ai populismi” (Donzelli, 2019). Per lo storico argentino c’è una lunga storia di reazione alla democrazia costituzionale e parlamentare, di cui il fascismo e il populismo sono due capitoli. «Il fascismo – sostiene Finkelstein – è una forma di dittatura, razzista, dove la violenza è un elemento centrale della sua concezione del potere. Il populismo - che emerge dopo il 1945 - è invece un processo di riformulazione storica dell’esperienza fascista in chiave democratica». In questi ultimi anni, se pensiamo alle esperienze di Trump negli Stati Uniti di Salvini in Europa e di Bolsonaro in Brasile, il populismo ha assunto una nuova forma. Ad esempio, racconta Finkelstein, «è tornato alla concezione del popolo che aveva il fascismo, il popolo come etnos. Questi populismi ritornano a certi elementi che sono centrali non al populismo ma al fascismo».
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