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Memos |
La mia, una storia complessa. Intervista a Umberto Veronesi.
A cura di:Raffaele Liguori
Umberto Veronesi, oncologo, ha appena compiuto 89 anni. Da un paio di mesi ha lasciato la direzione scientifica della sua creatura, l'Istituto Europeo di Oncologia di Milano. Una struttura che ha fondato nel 1994 dopo aver lavorato per un quarto di secolo all'Istituto dei Tumori, sempre di Milano dove – in modo solitario – sperimentò la sua terapia contro il tumore al seno. E' lì, in quell'ospedale, che inizia la sua storia di oncologo. «La mia – dice Veronesi a Memos – è una storia complessa. Prima di essere chirurgo ero un anatomopatologo, facevo autopsie ed esami al microscopio. La mia passione per il mondo femminile nasce da giovanissimo quando ho perso mio padre e sono cresciuto con mia madre». Veronesi racconta l'inizio contrastato della sua sperimentazione per la cura del tumore al seno. «La presentai ad un congresso dell'OMS a Ginevra. Ricevetti fischi, ingiurie, fui trattato proprio male. Allora, oltre quarant'anni fa, la mastectomia era un dogma assoluto». Il professore ricorda come a quei tempi l'intervento chirurgico parziale che lui proponeva fosse considerato un'eresia. A Memos Veronesi ripercorre le tappe della sua autobiografia (“Il mestiere di uomo”, Einaudi) attraverso i suoi principi (pensiero scientifico autonomo e trasgressivo, etica laica, autodeterminazione) e i diritti che vorrebbe si affermassero nelle società contemporanee (il diritto di non soffrire, alla cura, il diritto all'amore universale, alla genitorialità - omo ed etero -, il diritto di scegliere il momento conclusivo della propria vita).
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