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Jazz Anthology |
David Moss – Intakt (2)
A cura di:Marcello Lorrai
Concludiamo la nostra retrospettiva su David Moss nel catalogo Intakt con gli altri tre album del batterista/vocalist pubblicati dall'etichetta svizzera. Nell'85 Moss forma la David Moss Dense Band, che - con partecipazioni di una sfilza di personaggi come John Zorn, Fred Frith, Arto Lindsay, Bill Laswell, Bill Frisell, Christian Marclay - diventa una delle cose emblematiche dell'avantgarde newyorkese degli anni ottanta: una incarnazione in quartetto della Dense Band, con Anthony Coleman alle tastiere, si ascolta in Texture Time, registrato nel '93 e pubblicato nel '94 (Intakt 034), che contiene fra l'altro un brano ispirato da italo Calvino, Invisible Cities. Time Stories, registrato nel '97 e pubblicato nel '98 (Intakt 054), consiste in una serie di duo di Moss (voce, batteria, percussioni, elettronica) con Heiner Goebbels (siamo nella fase in cui Moss collabora come vocalist con Goebbels per Surrogate Cities: proprio ascoltandolo cantare in quest'opera, Luciano Berio rimane colpito dal suo talento e lo chiama a partecipare alla sua opera Cronaca del luogo), Catherine Jauniaux, Hans Peter Kuhn, Koichi Makigami, Christian Marclay, Phil Minton e Frank Schulte. Con quattro di loro - Jauniaux, Minton, Makigami e Schulte - nel '97 Moss si esibisce a Zurigo, in un set documentato da Vocal Village Project Live at the Rote Fabrik, pubblicato nel 2001 (Intakt 068).
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