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Il caso di Oussama Benrebha, “C’è qualcosa che non torna”: un’amica chiede risposte
A cura di:Redazione
La procura di Padova sta indagando sulla morte di Oussama Benrebha, il 23enne tunisino annegato nel fiume Brenta, dopo un controllo di polizia effettuato su di lui e altri tre ragazzi. Il giovane era irregolare, aveva due precedenti per stupefacenti e nei suoi confronti c’era un decreto di espulsione. I magistrati hanno aperto un fascicolo, al momento senza indagati o ipotesi di reato. Le cause della morte saranno chiarite dall’autopsia. Il medico legale dovrà anche accertare se sul suo corpo ci siano stati segni di violenza, come dichiarato inizialmente da alcuni amici della vittima. Una ragazza, in particolare, ha contestato alla stampa locale le modalità di intervento della polizia. Si chiama Assia Dahhani. La giovane dice di aver ricevuto una videochiamata dai ragazzi che stavano subendo il controllo. Sostiene che i poliziotti abbiano aggredito e usato uno spray urticante su Benrebha. La sua versione è stata fortemente smentita dalla Questura che ne ha contestato le incongruenze. Secondo la polizia, Benrebha ha reagito al controllo, ferendo un agente, prima di gettarsi nel fiume. Anche lei oggi ridimensiona le sue parole iniziali, ma chiede risposte sulla morte del suo amico. Vi proponiamo l’intervista ad Assia Dahhani realizzata da Mattia Guastafierro.
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