Un endorsement senza precedenti quello di Obama nei confronti di Renzi, in un momento fondamentale per il Presidente del Consiglio italiano, che si gioca molto nel referendum di dicembre. Per Obama un passaggio di testimone che spera di poter lasciare ad Hillary Clinton, regalandole un così evidente sostegno all’Italia anche in chiave elettorale statunitense, vista la massiccia presenza della comunità italo americana al voto tra poche settimane.
Uno scambio reciproco, ma molto più ricco per Renzi, che torna a casa con un appoggio completo sul fronte interno e anche su quello europeo, con un sostegno alla linea italiana in antitesi all’austerity tedesca. E’ stato un continuo sorridersi, farsi battute, pacche sulle spalle, un’accoglienza calorosa per l’ultimo invito ufficiale organizzato dalla Casa Bianca.
Obama e Renzi hanno parlato del referendum di dicembre, e per il Presidente americano è un appuntamento che può rafforzare l’Italia, “tifo per lui”, si spinge a dire, ma anche nel caso di un No deve restare in politica comunque vada. E per la prima volta oltreoceano, Renzi ammette che se perde “non accadrà un cataclisma”. In sostanza, potrebbe rimanere, come gli chiede Obama, naturalmente molto indebolito.
A Washington Renzi ha sostenuto la sua linea di confronto duro con l’Europa per modificare gli aspetti di scarsa flessibilità e di rigore e su questo ha trovato porte aperte in Obama, sia sulla questione immigrazione, sia sulla crescita economica e commerciale, “senza l’enfasi sulla crescita, ha detto Obama, la debolezza economica dell’Europa tornerà e avrà un impatto nel mondo e negli Stati Uniti”.
Renzi oggi incontrerà Hillary Clinton e tornerà in Italia forte di un sostegno importante, da giocare tutto in chiave elettorale. Un’apertura di credito sia da Washington che da Bruxelles, dove si sostiene che l’esame della legge di stabilità sarà esigente e accurato ma il verdetto arriverà solo dopo il 5 dicembre.