
Ci voleva un ex democristiano per dare al Pd una linea di lotta e di governo.
È un’iperbole naturalmente, ma è un fatto che Enrico Letta abbia deciso che uno dei perni della sua strategia da segretario del Partito Democratico sia l’attacco sistematico alla Lega di Salvini, di cui pure è alleato temporaneo. Alleati si ma nemici, fa capire Letta, tanto più nemici adesso che si sostiene insieme il governo. Un modo per cercare di evitare di snaturare troppo il Pd dentro questa coalizione larghissima. E un modo per cercare di recuperare qualche consenso popolare, quei voti che erano una volta della sinistra e che sono finiti negli anni sempre più a destra.
Come? Letta lo ha spiegato nel suo discorso di insediamento: tornare sui territori, nelle sezioni, a fare politica tra la gente. I territori, un mantra che a sinistra non si sentiva da tanti anni. Il problema è che nel frattempo le sezioni hanno quasi tutte chiuso e tra le persone ci sono rimasti in pochi.
Insomma una cosa è la strategia mediatica, attraverso i tweet, come quello di stamattina in cui Letta dice a Salvini “Molto male, hai tenuto in ostaggio il governo sui condoni”. Un’altra cosa è tornare davvero a fare politica “sui territori” come pare essere tornato di moda dire. Perché poi nel gioco mediatico a Salvini vien facile replicare come ha fatto stamattina: “C’è chi pensa allo ius soli e chi pensa ad aiutare gli italiani in difficoltà con un decreto da 32 miliardi, Enrico stai sereno”.
Molto bene. Il #DecretoSostegni interviene su salute, scuola, turismo, cultura e aiuta lavoratori e imprese. Bene #Draghi. Bene i Ministri. Male, molto male che un segretario di partito tenga in ostaggio per un pomeriggio il cdm (senza peraltro risultati). Pessimo inizio #Salvini
— Enrico Letta (@EnricoLetta) March 20, 2021