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Perché i musulmani non scendono in piazza?

Ismaël Saidi è un regista e drammaturgo, cittadino belga, francofono, musulmano, di origine marocchina, quasi quarantenne, autore dello spettacolo teatrale Jihad.

Dopo gli attentati del 22 marzo a Bruxelles ha postato sulla sua pagina Facebook un breve testo che il quotidiano belga Le Soir ha ripubblicato con l’autorizzazione dell’autore stesso.

Qui vi proponiamo la traduzione:

Perché i musulmani non scendono in piazza in massa per condannare gli attentati?

Perché stiamo guidando i taxi che riportano a casa le persone gratuitamente…

Perché stiamo curando i feriti negli ospedali…

Perché guidiamo le ambulanze che sfrecciano sulle nostre strade per cercare di salvare ciò che di vivo resta in noi…

Perché siamo alla reception degli hotel che da ieri ospitano gratis i turisti…

Perché guidiamo autobus, tram e metrò in modo che la vita continui, anche se ferita…

Perché siamo alla ricerca dei criminali, nelle nostre divise di poliziotti, investigatori, magistrati…

Perché anche noi stiamo piangendo i nostri dispersi…

Perché nemmeno noi siamo stati risparmiati…

Perché noi siamo doppiamente, triplamente straziati…

Perché uno stesso credo ha generato vittima e carnefice…

Perché ci sentiamo storditi, persi, e cerchiamo di capire…

Perché abbiamo passato la notte sulla soglia di casa aspettando qualcuno che non tornerà più…

Perché contiamo i nostri morti…

Perché siamo in lutto…

Il resto è solo silenzio.

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    Redazione
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