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Pavlos Fyssas: chi era il rapper greco ucciso dai neonazisti nel 2013

Pavlos Fyssas Killah P

Al termine di un processo durato quasi sei anni, la Corte d’appello di Atene ha condannato i militanti di Alba Dorata per l’omicidio del rapper antifascista Pavlos Fyssas, avvenuto nel 2013. Il partito di estrema destra greco è stato giudicato “organizzazione criminale”.

Chi era Pavlos Fyssas?

Pavlos Fyssas era un antifascista, militante nell’organizzazione di sinistra Antarsya. Negli anni aveva organizzato tanti concerti e manifestazioni politiche nella zona in cui viveva. Pavlos Fyssas per 5 anni della sua vita era stato anche un operaio. Da ragazzo si era spaccato la schiena, come suo padre e suo nonno, nei cantieri navali di Perama. La grande area portuale e industriale di Atene, conosciuta da tutti come la “Zona”.

Pavlos Fyssas tifava l’Olympiakos e l’ultima cosa che vide, oltre lo sguardo incredulo della sua compagna, la notte del 18 settembre 2013 quando venne accoltellato da un gruppo di militanti neo nazisti, fu il 4 a 1 subito in casa dalla sua squadra contro il Psg ai gironi di Champions League.

Pavlos Fyssas però era soprattutto un musicista: un rapper noto col nome d’arte di Killah P, che sta per “Kill the past”, uccidi il passato. Ogni riferimento alla dittatura dei colonnelli che governò la Grecia dal 1967 al 1974 è fortemente voluto. Nell’ascoltare le parole delle sue canzoni si rimane incuriositi. Si parla di intolleranza e di forze oscurantiste, ma non viene mai citata direttamente Alba Dorata. Sì le sue canzoni parlano dei pericoli del fascismo. Ma parlano anche di ragazze, di lavoro, di crisi, di amicizie, come il brano “Sei qui” che Pavlos scrisse nel 2005 in memoria di un suo caro amico morto in un incidente stradale. Dopo il suo omicidio questa canzone è diventata un inno e tutti la cantano dedicandola al suo autore.

Pavlos Fyssas era un uomo di 34 anni che ha pagato con la vita l’amore per le sue idee. Da quel giorno tutti abbiamo capito che uccidere il passato è impossibile. Perché il passato è sempre pronto a rinascere dalle tenebre e mostrare il suo lato più crudele.

  • Autore articolo
    Valerio Sforna
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    I paesaggi della Vacca Rendena è un presidio Slow Food tra l’omonima valle trentina che dà il nome alla razza e all’Altopiano di Asiago, in Veneto. Un animale molto adatto all’allevamento in montagna, tanto da avere anche il soprannome di bovino per la pace. Un appellativo dovuto alla capacità di questa vacca di adattarsi anche ai Balcani, dove, al termine della guerra nella ex Yugoslavia, era stata introdotta nella cooperazione per la ricostruzione. Il termine Equilibrio, come i prati stabili alpini, per Le parole dell’agroecologia del professore Stefano Bocchi dell’Università Statale di Milano. I prezzi dei fertilizzanti azotati sui mercati internazionali dopo il boicottaggio di quelli russi e bielorussi per la guerra all’Ucraina nelle Multinazionali del cibo, queste sconosciute di Andrea Di Stefano. La recensione del libro “9 miliardi di pasti a tavola” sull’agricoltura digitale nelle Storie Agroalimentari di Paolo Ambrosoni. Formaggi e territorialità. In Francia lo studio dei terroir è importante anche per le produzioni lattiero casearie di Samuel Cogliati Gorlier. Racconti di alcuni formaggi e loro alpeggi: zigher e fodom delle valli ladine delle Dolomiti, presidio Slow Food; il Tombea e le orchidee della Val Vestino, Lombardia orientale tra il Lago d’Idro e il Garda Bresciano; e il Bettelmatt dop della Piemontese Valdossola, al confine con il Vallese e il Canton Ticino. Per gli autori fuori porta, geografie e storia dei paesaggi lombardi del Teatro Franco Parenti, con il supporto della Regione Lombardia, due brani delle Georgiche di Virgilio, uno dedicato alle antiche coltivazioni di lino, un altro ai vigneti. Selezionati dall’agricoltore filologo Niccolò Reverdini, letti dall’attrice Anna Nogara nella Sala degli Arazzi del Castello Sforzesco di Milano, durante una messa in scena di Marco Rampoldi.

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