La primavera scorsa in una intervista con il Guardian Paul Weller dichiarava: “Se sono contro i genocidi e la pulizia etnica? Sì, lo sono”. E aggiungeva: “Che non siano di più le persone furiose per quello che sta avvenendo è qualcosa di cui non mi capacito. Dovremmo vergognarci di noi stessi, penso. Da una parte fornisci proiettili e bombe e mitra, e dall’altra mandi cibo: ma che razza di cosa è?”.
Parlando del deficit di indignazione su Gaza, nell’intervista Weller parlava in generale, ma naturalmente era difficile non pensare proprio all’universo della musica, alla latitanza di tanto pop-rock compresi artisti con fama di progressisti e di sensibilità per le grandi e nobili cause. Passati molti altri mesi, questa grande latitanza non è che confermata. Se sul massacro in corso in Palestina il pop-rock britannico si sta comportando con meno disonore di tante altre scene musicali, lo si deve a nomi che non hanno avuto paura di far sentire la loro voce come – per citare alcuni di quelli di maggiore peso – Roger Waters, Brian Eno, Massive Attack, e appunto Paul Weller.
Weller non è nuovo all’impegno: i testi dei The Jam, la band punk con cui si affermò intorno al ‘77, si nutrivano di esperienza operaia, negli anni ottanta Weller, mentre faceva epoca con gli Style Council, appoggiava i minatori in sciopero e fu uno degli animatori del collettivo artistico su posizioni socialiste e anti-Tatcher Red Wedge, in anni più recenti ha sostenuto Jeremy Corbyn e ha avuto parole sarcastiche per il nuovo leader laburista Keir Starmer.
Weller, che nei suoi concerti quest’anno ha esposto sul palco la bandiera palestinese, ha curato Gig for Gaza, una iniziativa che venerdì 13 a partire dalle 19.00 si snoderà alla O2 Academy Brixton, una delle sale da concerti più importanti di Londra (circa 5mila posti, sold out): in programma, assieme ad interventi e a filmati, numerosi set musicali, fra gli altri, oltre che di Weller stesso, di una band di prima grandezza come i Primal Scream, del grupo hip hop irlandese Kneecap, del cantautore di Nottingham Liam Bailey (che si è esibito in apertura delle date del tour inglese di Weller), del rapper britannico di origini irachene Lowkey, e della artista irlandese-palestinese Roisin El Cherif.
La grafica di Gig for Gaza è stata creata da Robert Del Naja dei Massive Attack, che ha messo il verde, il rosso e il nero della bandiera palestinese in cerchi concentrici, a formare – e il significato è trasparente – un bersaglio. Tutto il ricavato sarà destinato a Medical Aid for Palestinians e a Gaza Forever, che cercano di alleviare le tragiche condizioni di sopravvivenza dei palestinesi a Gaza fornendo cibo, materiale medico e ricoveri di emergenza.
I Massive Attack, assieme con Fontaines DC e Young Fathers, hanno pubblicato un album per il cessate il fuoco, e per raccogliere fondi per Médicins Sans Frontières. I Primal Scream hanno collaborato al design – basato sul loro album Screamadelica – di una maglietta per una squadra di calcio formata da rifugiati palestinesi. Roisin El Cherif, con la collaborazione di Ruth Smith e di Fergal Scahill, che la affiancheranno nella serata alla Academy Brixton, ha pubblicato quest’anno Siùil a Rùin, un brano in irlandese, inglese e arabo, pure destinato a sostenere l’intervento a Gaza di Médecins Sans Frontières.