“Comprendo lo strazio dei genitori di Giulio: è lo stesso che io non risolverò mai. E nemmeno loro”.
Patrizia Moretti è la madre di Federico Aldrovandi. Morto a 18 anni. “Ucciso di botte per strada e senza motivo”, come dice lei. Una morte per la quale ha inseguito per anni giustizia, spesso da sola, e per la quale alla fine sono stati condannati quattro poliziotti. Omicidio colposo.
Patrizia Moretti è ospite del Microfono aperto il giorno dopo l’appello pubblico della madre di Giulio Regeni, per chiedere verità sulla morte del figlio e una reazione adeguata dalle istituzioni italiane.
“Il caso di Giulio mi addolora enormemente”, dice Patrizia Moretti. “Questo ragazzo deve avere avuto tanta paura. Questa paura mi sconvolge e lo accomuna a mio figlio. Capisco che i suoi genitori, ora, non riescano a piangere perché sono come annichiliti da una cosa enorme. Io riesco a farlo ora, dopo dieci anni”.
Somiglianze e differenze tra due vicende. Private e pubbliche allo stesso tempo. Federico morto in Italia per strada, Giulio in Egitto chissà dove. Genitori che chiedono giustizia e sottolineano le incongruenze delle versioni di comodo. Un Paese che in un caso si trova a denunciare i depistaggi altrui e nell’altro a essere stato scenario stesso di ciò che oggi denuncia.
Patrizia Moretti si muove, emozionata, tra queste diverse dimensioni.
“Oggi assistiamo alla richiesta di giustizia per Giuio – dice – perché ciò che gli è accaduto è avvenuto in un altro Paese. Ma accade anche qui. Succede molto spesso che vengano picchiati e uccisi i nostri ragazzi. Nelle carceri, nelle manifestazioni, nel caso di mio figlio anche per strada. E stava soltanto tornando a casa. Non c’era motivo. È assurdo che tocchi a una madre parlare – continua Patrizia Moretti – ma evidentemente è uno strazio necessario. Il fatto che si discuta di queste cose è comunque un fatto positivo, ma a questo punto è urgente una presa di posizione da parte della politica, in Italia. È necessario che la politica affronti questi problemi, qui, in Italia, se vuole avere titolo per chiedere la stessa giustizia a un paese straniero”.
“Regeni è l’ennesima goccia di un vaso che ormai trabocca”, racconta la mamma di Federico Aldrovandi durante l’intervista. E come accade in questi casi, i toni valgono almeno quanto le parole.
Conviene ascoltarla.
Ascolta la conversazione integrale con Patrizia Moretti