La Grecia ha legalizzato le unioni civili, anche tra persone dello stesso sesso. Il Parlamento di Atene ha approvato la notte scorsa la nuova legge con solo 56 voti contrari. Sono quelli del partito nazionalista di Anel, alleato con la sinistra di Syriza al governo. Ma il resto delle forze politiche, a cominciare da Syriza, ha sostenuto l’allargamento dei diritti alle coppie non sposate, comprese appunto quelle omosessuali.
La nuova legge risolve tutti i problemi di natura legale (eredità, assistenza medica, reversibilità pensionistica) delle unioni ma non prevede l’adozione di bambini. Per la Grecia si tratta di un enorme passo avanti considerando che solo due ani fa venne condannata dalla Corte Europea per i Diritti Umani per discriminazione dei gay. Nel Paese si erano già celebrati nel 2008 (quando la legislazione ellenica si allineò a quella Ue) due matrimoni tra persone dello stesso sesso ma sotto la pressione della Chiesa Ortodossa vennero annullate da un tribunale.
“Un grande passo avanti – ci ha detto Aurelio Mancuso di Equality Italia – che mette in risalto ancora di più il ritardo italiano”.
Ascolta l’intervista a Mancuso.
La Grecia si unisce così ai tanti Paesi europei che riconoscono le coppie gay. L’Italia dunque continua a non far parte di questo gruppo: da noi manca ancora qualsiasi normativa che regoli la materia. In questa cartina si evidenzia come – tra matrimoni e unioni civili – i Paesi che riconoscono le coppie gay sono la stragrande maggioranza.
- In blu i Paesi dove le coppie omosessuali possono contrarre matrimonio
- In rosso i Paesi in cui Costituzione definisce matrimonio solo quello tra uomo e donna
- In grigio i Paesi in cui non esiste alcuna normativa in proposito
- In azzurro i Paesi dove esiste una regolamentazione dell’unione diversa dal matrimonio