Charles Puigdemont passerà la Pasqua in carcere in attesa che la magistratura dello Schleswig Holstein decida sulla sua estradizione in Spagna – e bisognerà aspettare almeno fino alla prossima settimana. Nel frattempo il suo avvocato tedesco sta cercando di mettere pressione, in particolare nei confronti della politica. Wolfgang Schomburg non solo ha annunciato l’intenzione di interpellare la corte costituzionale federale se il suo assistito non sarà rilasciato in tempi brevi, ma ha anche, e soprattutto, chiesto al governo tedesco di dire, subito, che non autorizzerà in nessun caso il trasferimento dell’ex presidente catalano, avvalendosi del potere consentitogli in questo senso dalla legge.
Schomburg, che rappresenta Puigdemont assieme al figlio Soeren, non è una persona qualsiasi: è considerato uno dei maggiori esperti al mondo di diritto penale, è stato giudice del tribunale internazionale dell’Aja per l’ex Jugoslavia e di quello di Arusha per il Ruanda.
Secondo la procedura, in sostanza, prima l’apparato giudiziario, cioè la corte superiore regionale deve decidere sull’ammissibilità giuridica dell’estradizione. Poi la palla passa alla politica, che deve dare, oppure negare, l’ok – di norma la competenza è delegata alle Regioni, ma in casi con un valore politico è previsto il coinvolgimento del governo federale.
Intanto ora i giudici sono chiamati all’esame, complesso, delle carte arrivate da Madrid. Punto critico è l’accusa di ribellione, che in Germania non figura tra le fattispecie di reato – esiste l’alto tradimento, ma richiede l’uso o la minaccia della violenza. E bisogna vedere se i due saranno considerati uguali, soddisfacendo così la condizione di reciprocità per l’estradizione.
Nei giorni scorsi la magistratura ha già espresso quantomeno dubbi che la richiesta spagnola possa essere considerata ammissibile. I giudici però potrebbero anche decidere di dare un via libera “limitato” alla sola accusa di malversazione, che esiste anche nel codice tedesco. E che diventerebbe però, hanno spiegato diversi giuristi, a quel punto l’unica per la quale Puigdemont potrebbe essere processato.
Accanto al piano giudiziario c’è poi quello dell’opinione pubblica: secondo un sondaggio pubblicato dal giornale Die Welt, il 51% degli intervistati è contrario ad estradare Puigdemont in Spagna. E poi c’è chi solleva interrogativi sul fatto che lì possa avere un giusto processo.
Insomma, quella che inizialmente, anche secondo esperti di diritto, sembrava una vicenda tutto sommato piuttosto semplice, con il passare dei giorni appare via via più complicata. E l’esito sempre meno certo.