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Tratto dal podcast
Barrilete Cosmico di mer 06/05
Sport | 2020-05-06
La Federazione italiana di Pallavolo ha dichiarato conclusa la stagione 2019/2020, ma non tutti sono d’accordo. La Lega Pallavolo, l’associazione che riunisce tutti i club della SuperLega, Serie A2 e Serie A3 maschile, inizialmente ha visto di cattivo occhio la decisione della Federazione, presa senza il suo consenso, e poi ha sottolineato la volontà di continuare a tenere aperta la porta per la ripresa del campionato se le condizioni di sicurezza dovessero permetterlo. L’AD della LegaVolley, Massimo Righi, oggi ha fatto il punto della situazione durante Barrilete Cosmico a Radio Popolare.
Righi, a oggi qual è la posizione della Lega?
“La nostra intenzione è di tenere aperto lo spiraglio per provare a riprendere il campionato. La Federazione ha già detto la sua, ma se la situazione dovesse migliorare e ci dovessero essere le condizioni per pensare di riprendere a giocare, noi vorremmo farlo”.
Quanto questo dipende dalla decisione che verrà presa in merito al calcio?
“Abbiamo visto che il protocollo sanitario per il calcio è molto complicato. Noi abbiamo delle strutture diverse da quelle delle squadre di calcio: molte delle nostre squadre si allenano in palestre che sono usate anche da altre società di altri sport, quindi gli spazi sono molto minori. Ancora manca un protocollo sanitario che spieghi la situazione”.
Qualche giocatore ha già ripreso gli allenamenti individuali?
“Quanto previsto dal Governo per la fase 2 vale per tutti gli atleti, quindi anche per i nostri. Alcuni hanno iniziato a lavorare con i pesi, nelle palestre o a casa, ma ancora non c’è nessun contatto con la palla e così sarà finché non avremo delle disposizioni certe sui rischi e sulle precauzioni da prendere. Siamo in attesa della scienza”.
Un eventuale stop definitivo quanto peserebbe sulle casse dei club?
“Noi abbiamo stimato perdite per più di 23 milioni di euro, quindi una botta molto grossa. Siamo infatti in trattativa con i giocatori e i tesserati per trovare una soluzione. Devo dire però che in questi anni la gestione economica della Lega è stata molto buona, forte e robusta e quindi anche in questa situazione nessuno dei club ha deciso di fare un passo indietro, nessuno vuole abbandonare. L’intenzione è quella di trasformare un problema in una opportunità”.
Come la pensano i club sulla possibilità di riprendere a giocare a porte chiuse?
“Dico subito che se l’unica soluzione fosse quella di giocare senza tifosi non inizieremmo neanche. Questo non solo per la mancanza di introiti dalla vendita dei biglietti, ma anche per la mancanza di visibilità per gli sponsor, una delle entrate più significative per le squadre. Sono pochi gli sponsor che continuerebbero anche a porte chiuse. Sicuramente sarebbe impossibile per le squadre di A2 e A3, ma anche la SuperLega avrebbe grosse difficoltà”.
Quali sono i progetti per il futuro?
“Stiamo immaginando una ripresa della stagione con la Super Coppa giocata all’Arena di Verona; in quel caso anche a porte chiuse perché lo scenario sarebbe fantastico e avrebbe spessore anche a livello televisivo. Già da luglio se fosse possibile vorremo riprendere a organizzare alcuni eventi in giro per l’Italia, in modo da restituire la pallavolo alla gente”.
Provando a fare una previsione, secondo lei alla fine il campionato ripartirà?
“Penso che sia un’idea lontana; vedremo se ci sarà la possibilità. Sono consapevole che è molto complicato anche perché molti giocatori sono andati all’estero, sono tornati a casa loro. Noi abbiamo l’obbligo di tenere la speranza accesa, ma non può essere l’obiettivo principale in questo momento”.