Ricercatore universitario prima a Zurigo e ora a Oxford, Mattia ci racconta un po’ della vita “all’estero” mettendo a confronto queste due mete da cervello in fuga.
E Oxford ne esce un po’ così.
Una vita accademica stimolante con docenti preparati e percorsi molto completi per quanto riguarda l’area di studi di Mattia, ovvero il cinema, non bastano a rendere la cittadina inglese una meta particolarmente appetibile. Per due grandi temi.
Il primo è che Oxford paga in un certo senso il prezzo della sua fama mondiale di città universitaria, rimanendo di fatto divisa su due livelli che praticamente non si toccano. Quello della città accademica, appunto, fatto da cittadini di tutto il mondo, culture diverse e in generale un certo fermento contrapposto a quello degli abitanti di Oxford che nulla hanno a che vedere con l’università e che restano del tutto impermeabili a tutto il movimento di cui sopra.
Legato a questo aspetto anche il secondo problema raccontato da Mattia: il costo della vita. Affitti alle stelle per stipendi invece molto normali, rendono Oxford una città difficile. Mattia, con la sua famiglia, paga la bellezza dell’equivalente di 1.600 euro di canone mensile, naturalmente bollette escluse. E, come ci dice, da spendere non rimane poi molto. E questo succede bene o male in ogni zona della città, anzi. Lui stesso risiede lontano dal centro.
Insomma, se si tratta di trovare mete che valga la pena valutare se si sta pensando di inventarsi una vita altrove, beh: Oxford non è fra le prime in classifica consigliata da Pionieri.
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