“Il 25 aprile c’entra con l’antimafia, ma lasciamolo dire ai partigiani, non a Salvini che è il giovane Mussolini”.
Così ai microfoni di Radio Popolare il sindaco di Palermo Leoluca Orlando ha risposto al ministro degli Interni Matteo Salvini che ha annunciato di voler andare in Sicilia il 25 aprile per festeggiare “la liberazione dalla mafia”. Alcuni giorni fa aveva detto che “per uscire dal dibattito ‘fascisti e comunisti, destra e sinistra’, la liberazione dalla mafia è una priorità per il nostro Paese”. Da qui la scelta di festeggiare la festa della liberazione dal nazifascismo in Sicilia, a Corleone probabilmente.
“Non vorrei che Salvini venisse a fare il professionista dell’antimafia” ha replicato Orlando. “Da oltre 10 anni sono in guerra contro i professionisti dell’antimafia, contro coloro che utilizzano la lotta alla mafia per avere scampoli di impunità o per fare affari”. Continua il sindaco di Palermo, “dopo le stragi di Capaci e via D’Amelio e quella stagione, ora che l’opposizione alla mafia è di popolo, chi dice di rappresentare l’antimafia è un imbroglione”. E quindi Salvini è un imbroglione? “Secondo me sta usando la lotta alla mafia per avere scampoli d’impunità, non soltanto attraverso l’ignobile avvalersi dell’immunità parlamentare di cui io non mi sono mai avvalso”. Cosa c’entra il 25 aprile con la lotta alla mafia? “C’entra” dice Orlando “ma lasciamolo dire ai partigiani, non a Salvini che è il giovane Mussolini”.
Orlando era ospite a Milano martedì sera del convegno “in difesa dei diritti umani” organizzato dalla scuola di Formazione Antonino Caponnetto, convegno che si è svolto a Palazzo Marino. In questa intervista il sindaco di Palermo racconta delle similitudini che vede tra Milano e Palermo, due città “resistenti” a molte delle politiche di questo Governo, e spiega come sta disapplicando parti del decreto sicurezza firmando personalmente centinaia di residenze anagrafiche.
Ascolta l’intervista completa al sindaco di Palermo Leoluca Orlando: