Gli Stati Uniti hanno imposto un nuovo pacchetto di sanzioni alla Russia. Secondo alcuni funzionari dell’amministrazione Biden dall’inizio della guerra in Ucraina si tratterebbe delle misure più importanti, più dure, sul gas e il petrolio, le due risorse che sostanzialmente hanno finanziato l’invasione decisa da Putin nel 2022.
Il tesoro americano ha preso di mira Gazprom e un’altra compagnia statale che esplora, produce e vende petrolio russo. Oltre a quasi 200 navi cisterna che hanno trasportato il greggio di Mosca, soprattutto in Cina e India, dove è finito la maggior parte del petrolio che un tempo veniva comprato dai paesi europei.
Quindi produttori, trasportatori, intermediari, e chi mette e disposizione la logistica.
Il governo americano uscente punta così a colpire ogni stadio della produzione e della distribuzione del petrolio, con l’obiettivo finanziario, se le sanzioni verranno applicate a dovere, di diversi miliardi di dollari al mese, in termini di costi per la Russia.
Il prezzo del greggio era già aumentato prima dell’annuncio del tesoro. Gli operatori del settore energetico se lo aspettavano.
Quest’ultima misura dell’amministrazione Biden rientra nel quadro del supporto all’Ucraina da parte della Casa Bianca. Finora circa 64 miliardi di dollari in aiuti militari, gli ultimi 500 proprio questa settimana. Nel 2024 gli Stati Uniti avevano già adottato altri due importanti pacchetti di sanzioni contro il settore energetico russo.
Secondo Washington con un impatto importante, sia sulla svalutazione del rublo sia sull’aumento dei tassi a livelli da record da parte della banca centrale russa.
Siamo nei giorni del passaggio di consegne tra l’amministrazione Biden e il futuro governo Trump.
Alcuni funzionari dell’amministrazione uscente hanno confermato che sarà ovviamente quest’ultimo a decidere cosa fare di queste sanzioni e più in generale della questione ucraina.
Il presidente eletto ha detto più volte che il suo obiettivo è la fine della guerra.
Dalle dichiarazioni anonime degli attuali funzionari della Casa Bianca sembra che il significato di queste ultime sanzioni sia quello di lasciare alla successiva amministrazione e allo stesso Zelensky uno strumento in più al momento di negoziare con il Cremlino la fine del conflitto, un cessate il fuoco.
“Uno strumento in più per arrivare a una pace giusta e durevole”, avrebbero detto.
L’inviato di Trump per l’Ucraina, Kellogg, ha intanto posticipato la sua visita a Kyiv. Il ministero degli esteri ucraino ha voluto specificare come non ci sia alcuna motivazione politica. Arriverà probabilmente subito dopo l’inaugurazione di Trump il 20 gennaio.