
Temperature più alte, notti tropicali sempre più frequenti e giorni di gelo quasi inesistenti. È l’impatto della crisi climatica sulla città di Milano, secondo il nuovo dossier di Legambiente Lombardia e del circolo Legambiente Milano Centro. Il cambiamento climatico non è più una questione che riguarda il futuro: anche a Milano è già una realtà.
I numeri parlano chiaro: dal 2021 al 2024 la temperatura media è stata di 16,34 gradi, quasi 3 in più rispetto a quella degli anni ’60-’90. Aumentano le “notti tropicali”, quelle in cui il termometro non scende sotto i 20 gradi: oggi sono 81 all’anno, mentre dal 1961 al 1990 erano meno di 33. Calano invece i giorni di gelo annui, da 25 a meno di 6. E poi c’è l’acqua: sempre più spesso si passa dalla siccità a piogge torrenziali che aumentano il rischio di allagamenti e danni in una città già iper-cementificata, in una regione che detiene il primato italiano con 2.910 chilometri quadrati di territorio lastricati da cemento o asfalto.
Come reagire, allora? Il dossier di Legambiente Lombardia e del circolo Legambiente Milano Centro analizza pro e contro delle strategie di adattamento già messe in atto a Milano. Il rischio, però, avverte Legambiente, è di alimentare il fenomeno della gentrificazione. Progetti come Porta Nuova, per esempio, hanno migliorato l’ambiente urbano ma spinto fuori i residenti a basso reddito. L’associazione lancia un monito: servono investimenti pubblici, una vera pianificazione urbana e il superamento di un modello Milano che, troppo spesso, ha messo da parte l’interesse collettivo. La città saprà adattarsi al cambiamento climatico per tutti, o solo per pochi?
di Chiara Manetti