Il racconto della giornata di sabato 20 marzo 2023 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Al via il vertice Russia-Cina con gli incontri tra i due leader, Milano si prepara a una dura stagione di siccità estiva, la Banca Centrale Europea cerca di tranquillizzare gli investitori dopo il salvataggio di Credit Suisse, il polverone sollevato dalla destra di governo sul tema delle famiglie arcobaleno.
L’incontro Xi-Putin in uno scenario di pace lontanissima
(di Emanuele Valenti)
Ci saranno diversi momenti di incontro tra Putin e Xi in questi tre giorni.
Questa sera dopo il colloquio una cena informale. Gli incontri formali invece domani, come probabilmente le prime dichiarazioni ufficiali.
Nonostante l’invasione dell’Ucraina e da ultimo il mandato d’arresto della Corte Penale Internazionale per Putin, Xi Jinping ha deciso di andare a Mosca. Un gesto forte, importante, che consolida la relazione, la partnership, tra i due paesi in chiave anti-americana.
Entrambe le parti hanno interessi propri a rendere più solidi questi rapporti. Ma attenzione non siamo di fronte a una vera a propria alleanza.
Anche sull’invio di armi cinesi alla Russia non c’è alcuna certezza, anche perché a Pechino non vogliono essere colpiti dalle sanzioni occidentali.
Certo, Xi ha detto che apprezza il lavoro di Putin e che i loro obiettivi sono gli stessi o comunque molto simili.
Ma anche le possibilità di una mediazione cinese in Ucraina sono minime. Mosca e Kyiv hanno ribadito ancora oggi di essere su posizioni antitetiche. Gli ucraini, per esempio, hanno detto che il primo passaggio dovrebbe essere il totale ritiro delle truppe russe.
Gli Stati Uniti, attore chiave, lo sappiamo, hanno ricordato di non fidarsi dei cinesi e di un tentativo di congelare il conflitto a vantaggio russo.
A conferma di un momento nel quale non si vedono molti spazi per la diplomazia la decisione europea. Due miliardi di euro in munizioni all’Ucraina. Munizioni già stoccate oppure da acquistare congiuntamente dai paesi europei.
La siccità estiva sarà peggiore dell’anno scorso
(di Andrea Monti)
A Milano si è riunito un forum sul tema della siccità. In vista dell’estate, l’assessora comunale all’ambiente Elena Grandi ha detto che in generale la situazione sarà “probabilmente peggiore” dell’anno scorso, ma anche che la città è attrezzata meglio, e ha parlato di almeno un terzo di impianti di irrigazione in più già in funzione da un mese.
L’assessora ha anche detto che si valuterà se togliere acqua ai Navigli per darla all’agricoltura. Oggi sono stati pubblicati due rapporti in cui si parla di siccità. Il primo è di un centro di ricerca europeo, secondo cui gli impatti della carenza di piogge su Italia del nord, Francia e Spagna sono visibili e causano preoccupazione. Il testo parla di un accumulo di neve nella regione alpina inferiore a quello dell’inverno precedente, già molto difficile da questo punto di vista. Il secondo documento riguarda la crisi climatica nel suo complesso e arriva dall’Ipcc, organizzazione delle Nazioni unite.
Il salvataggio di Credit Suisse non calma le acque finanziarie
(di Alessandro Principe)
La parola d’ordine è “rassicurare”. Le banche europee non corrono rischi: questo si dice e si ripete, da Bruxelles a Francoforte. Il salvataggio di Credit Suisse, orchestrato dalle autorità pubbliche, non sembra però aver convinto gli investitori che hanno venduto i titoli bancari, facendoli scendere pesantemente. Non solo delle due banche svizzere coinvolte, Credit Suisse e la salvatrice Ubs. E’ tutto il comparto bancario a soffrire di una crisi di sfiducia che potrebbe essere solo passeggera, emotiva. Ma che inquieta non poco. Sono anche le modalità del salvataggio a non convincere: sono stati salvati gli azionisti ma sono state sacrificate le obbligazioni, 16 miliardi. Non obbligazioni normali, ma strumenti che sono una via di mezzo e si chiamano At1. Queste obbligazioni sono state concepite per assorbire le perdite di una banca, e per tutelare in primis i contribuenti dal rischio di dover pagare di tasca loro i salvataggi degli istituti di credito. Chi le compra sa che rischia. Ma meno che con le azioni, in teoria. E se d’ora in poi venissero considerate sacrificabili? Meglio venderle, liberarsene, hanno pensato oggi gli operatori, generando un’ondata di vendite di obbligazioni bancarie. E poi: quante ce ne sono nel portafoglio di investitori istituzionali e privati che quindi potrebbero trovarsi con pacchetti di titoli svalutati? Altra incertezza. Insomma: se è vero che la reazione è stata rapida, il clima non è buono. E, come ha detto oggi Lagarde, non si potrà non tenerne conto nelle prossime decisioni sull’inflazione. Alla difficile partita dei tassi, alla tensione geopolitica e ai timori di recessione adesso è il rischio banche ad aggiungere incertezza.
La truffa della destra contro i genitori omosessuali
(di Alessandro Gilioli)
Dopo il successo della manifestazione di sabato per i diritti delle coppie omogenitoriali, la destra ha montato un enorme casino sulla maternità surrogata – o gestazione per altri che dir si voglia.
Siccome non vogliono che una coppia omosessuale possa crescere dei figli, riducono tutta la questione omogenitorialità a una sua specifica e ridotta fattispecie – la maternità surrogata appunto – perché si sa che questo è tema complesso, scivoloso e divisivo.
Ma attenzione, è una truffa e va smascherata. La battaglia della destra è semplicemente contro il diritto degli omosessuali ad avere una famiglia. Se fosse solo una questione di maternità surrogata, non impedirebbero agli omosessuali di adottare. Non impedirebbero il riconoscimento diretto delle due madri quando in una coppia di due compagne è una di loro a partorire. E non impedirebbero agli omosessuali di sposarsi.
Lo schiacciamento e la torsione della questione omogenitorialità sulla questione maternità surrogata è un modo ipocrita per non dire chiaramente quello che la destra pensa: e cioè che per loro l’unica famiglia è quella tradizionale. Non hanno il coraggio di dirlo apertamente, sapendo che la maggioranza degli italiani è più avanti, allora attaccano sulla gestazione per altri.
Ma se l’epicentro della questione fosse davvero la maternità surrogata, perché non lasciare che i gay adottino in Italia, in modo che possano percorrere questa strada anziché rivolgersi a una gestante all’estero?