Il racconto della giornata di domenica 26 novembre 2023 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30.Domani è l’ultimo giorno di tregua tra Hamas ed Israele. Oggi, nel terzo giorno, è avvenuto anche il terzo scambio tra le persone prese in ostaggio da Hamas nell’attacco del 7 ottobre, e cittadine e cittadini palestinesi rinchiusi da Israele nelle proprie carceri. Dalla revisione del piano approvata dalla Commissione Europea mancano 114mila asili rispetto al target originario del Pnrr. Contro la violenza sulle donne, il giorno dopo la marea che ha invaso Roma e molte altre città d’Italia. Oltre mezzo milione di persone sono scese in piazza, anche sull’onda del femminicidio di Giulia Cecchettin. Ieri in piazza non si sono visti esponenti dell’esecutivo o della maggioranza. Il governo predilige esclusivamente la strada dell’inasprimento delle pene, il piano scuola annunciato da Valditara è ritenuto insufficiente.
Com’è andato il terzo giorno di tregua a Gaza
Domani è l’ultimo giorno di tregua tra Hamas ed Israele. Oggi, nel terzo giorno, è avvenuto anche il terzo scambio tra le persone prese in ostaggio da Hamas nell’attacco del 7 ottobre, e cittadine e cittadini palestinesi rinchiusi da Israele nelle proprie carceri. Alla Croce Rossa sono stati consegnati 12 israeliani, 3 thailandesi e un russo. Tra loro c’è Abigail Edan, 4 anni, con doppia cittadinanza israelo-americana. In cambio, Israele ha rilasciato 39 palestinesi, tutti minorenni. Tutti però sembrano già pensare a dopodomani, quando la tregua pianificata terminerà. Il presidente degli Stati Uniti Biden ha parlato poco fa, dicendo che l’obbiettivo è allungare la tregua.
Ha ringraziato il Quatar, insieme all’Egitto altro fondamentale mediatore di queste ore, ha ripetuto che sta lavorando con i partner locali per gli aiuti umanitari. Poco prima la Casa Bianca aveva fatto sapere che oggi il presidente Biden chiamerà Netanyahu. E le pressioni su Israele affinché si prolunghi la tregua continuano, col segretario di Stato americano Antony Blinken che tornerà in Israele questa settimana per la quarta visita dall’inizio della guerra. E poco fa ha parlato un portavoce di Hamas, dando la disponibilità del movimento a prolungare la tregua e liberare dai 20 ai 40 prigionieri israeliani.
Poco prima, il primo ministro israeliano Netanyahu aveva ripetuto che Israele andrà fino in fondo con la distruzione di Hamas, e del capo di stato maggiore dell’esercito, aveva affermato che le sue forze “torneranno a combattere con piena determinazione” dopo la fine della pausa umanitaria. Per l’estensione della tregua oltre 4 giorni pianificati Israele chiede il rilascio di 10 ostaggi ogni giorno.
Oggi Hamas ha confermato la morte di quattro alti comandanti, mentre in Cisgiordania sono 8 i palestinesi uccisi nel campo profughi di Jenin, tra cui un adolescente. Nella striscia sono entrati altri camion di aiuti dal valico di Rafah, ma la situazione resta grave soprattutto negli ospedali.
L’attacco alla magistratura di Crosetto
Nel pomeriggio Guido Crosetto ha provato a giustificarsi, dicendo di non aver avuto nessuna intenzione di attaccare la magistratura, ma le sue parole hanno scatenato la polemica e le reazioni dell’opposizione. “Un’accusa gravissima”, dice il leader del Movimento5Stelle Giuseppe Conte. “O parli apertamente e dice ciò che sa oppure la smetta con velate minacce”, ha detto invece la responsabile giustizia del Pd Debora serracchiani, che chiede al ministro di riferire in commissione antimafia. Per i diretti interessati dall’attacco, i magistrati, ci pensa il presidente dell’Anm, l’associazione nazionale magistrati, Giuseppe Santalucia a rispondere: “Fuorviante la rappresentazione di una magistratura che rema contro e che possa farsi opposizione politico-partitica – ha detto – sono solo fake news che fanno male alle istituzioni”. Sentiamolo
L’ennesimo pasticcio del governo sul Pnrr
Dalla revisione del piano approvata dalla Commissione Europea mancano 114mila asili rispetto al target originario. Il governo promette un piano B: circa 530 milioni con le risorse già finanziate nel cosiddetto decreto Caivano e finanziando con altri fondi le opere già iniziate. Su questo si sono riaccese anche le polemiche con i sindaci: Il presidente dell’Anci Antonio Decaro ha fatto notare che mancano tra i 9 ed i 10 miliardi per rifinanziare le opere previste ed in parte già realizzate dai piccoli comuni ma depennate dagli obbiettivi. Anche qui, il ministro Fitto ha assicurato che anche in questo caso i fondi verranno recuperati da altri capitoli di spesa. La rimodulazione del PNRR chiesta ed ottenuta da Bruxelles si è rivelata uno spostamento massiccio di fondi dai servizi di welfare, appunto asili o case della salute, a interessi delle lobby agricole e industriali.
Nicola Fratoianni è stato riconfermato segretario di Sinistra Italiana
La riconferma era scontata, così come abbastanza scontate le priorità che, a caldo, elenca per il futuro del suo partito: sconfiggere la destra e rimpiazzarla al governo, con l’obiettivo di trasformare il Paese. Insomma, la linea programmatica di Nicola Fratoianni, appena rinominato segretario, va in continuità con quello fatto finora. Provare a essere l’ala sinistra di un campo largo, o progressista che dir si voglia, capace di contendere la guida del paese alla destra. Per essere incisivi, servono i numeri però, altrimenti il rischio è di fare da stampella agli altri partiti, più centristi. E la nuova linea della segretaria del Pd Elly Schlein rischia di non aiutare a aumentare i consensi. Intanto, per il breve periodo, Fratoianni lancia una manifestazione unitaria delle opposizioni, su tre punti chiave: salario minimo legale, contro l’autonomia differenziata e contro il premierato. Un’ipotesi, quella di scendere in piazza uniti, che non ha però scaldato i cuori degli altri leader della coalizione. Se per Elly Schlein la porta è aperta, è da Giuseppe Conte che sono arrivati i distinguo più marcati, come quando il leader cinque stelle ha rivendicato l’autonomia del suo movimento. Insomma, se proprio non un No, quello di Conte è un freno tirato e non poco. Quanto peserà sulla possibilità di vedere le opposizioni unite in piazza a breve, lo si vedrà.
Foto | Emily Hand, 8 anni, la bambina data in un primo momento per morta il 7 ottobre nell’attacco di Hamas al kibbutz di Beeri, e successivamente risultata viva, rilasciata insieme agli altri ostaggi, tra le braccia del padre a Tel Aviv