Approfondimenti

L’estrema difficoltà sanitaria di Gaza, lo scontro sindacati-governo sullo sciopero generale e le altre notizie della giornata

Gaza bombardamenti ANSA

Il racconto della giornata di sabato 11 novembre 2023 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. La guerra in Medio Oriente coinvolge sempre di più gli ospedali di Gaza, ormai quasi tutti chiusi, tanto che i feriti hanno superato la capacità dei pochi punti sanitari ancora aperti; scontro politico tra Cgil-Uil e il governo, dopo le minacce di Salvini di ricorrere alla precettazione; il PD di Schlein riempie le piazze ma continua ad avere detrattori sulla carta stampata; Stellantis disinveste in Italia, nonostante le promesse in senso opposto del ministro Urso.

Ospedali di Gaza chiusi: i feriti non possono essere curati

La situazione dei 2 ospedali di gaza city, Al Quds e Al Shifa, resta centrale in questa fase della guerra di Israele a Gaza. I feriti continuano ad affluire nell’unico ospedale funzionante, al-Ahli. “Il numero di feriti ha superato la capacità dell’ospedale” ha scritto su X Fadel Naim, chirurgo dell’ospedale. Oggi un portavoce del ministero della Sanità di Gaza, gestito da Hamas, aveva dichiarato che l’ospedale al-Shifa, il più grande della Striscia, è chiuso e non può fornire alcun servizio. Sono 700 i pazienti in pericolo all’ospedale di Al Shifa, il direttore ha detto di esser pronto ad evacuare se Israele lo consentirà. Israele accusa Hamas di aver rifiutato l’offerta di 300 litri di carburante. La mezzaluna Rossa Palestinese aveva detto che anche l’ospedale di Al Quds è fermo per mancanza di corrente elettrica. 

E c’è stato un nuovo attacco di Netanyahu all’ONU: “Il segretario generale ha criticato Israele invece di quei selvaggi di Hamas” le parola del primo ministro  cui ha replicato Guterres “Le leggi di guerra prevedono la protezione dei civili e l’esercito israeliano non lo sta facendo”. Proprio oggi l’Onu ha denunciato un raid israeliano su una propria sede nella striscia, con numerosi morti.

Anche oggi Israele ha detto di aver concesso 7 ore di corridoi per il deflusso della popolazione civile dal nord al sud della striscia., e di aver creato un passaggio anche da Al Shifa, notizia mai confermata da parte palestinese. Oggi la tv statunitense NbC aveva diffuso la notizia di un accordo raggiunto per uno scambio di prigionieri, citando un funzionario della Casa Bianca. Ma un altro portavoce ha smentito, confermando che i negoziati continuano. Ma poco dopo, Hamas ha comunicato di aver sospeso i negoziati proprio per la situazione negli ospedali, ha detto un funzionario palestinese alla Reuters.  

Nelle ultime ore c’è stato un aumento degli scambi a fuoco anche sul confine nord, tra Israele ed Hezbollah libanesi. Almeno tre i lanci di razzi dal Libano ed altrettanti gli attacchi israeliani, che dichiarano 7 soldati feriti e di aver colpito quella definita “una cellula terroristica”. Intanto il primo ministro israeliano Netanyahu ha rilasciato una lunga intervista alla CNN. Sui piani del dopoguerra Netanyahu ha nuovamente escluso l’ipotesi, fatta anche dagli USA, di cedere il controllo di Gaza all’Autorità Palestinese. “Dopo aver distrutto Hamas ci dovrà essere un involucro militare israeliano”, ha detto il capo di governo di Tel Aviv. 

A Parigi, intanto, oltre 100mila persone hanno partecipato alla “Marcia contro l’antisemitismo” promossa dai presidenti delle due camere del Parlamento. Non ha partecipato il presidente Macron che ha inviato un messaggio. Presenti alcuni esponenti dell’estrema destra.

Scontro tra sindacati e governo sullo sciopero del 17 novembre

(di Massimo Alberti)

È sempre più un caso politico la giornata di scioperi territoriali proclamata per venerdì 17 da Cgil e Uil contro la manovra economica del governo. Dopo le minacce di precettazione di Salvini, ieri la commissione di garanzia ha convocato i sindacati.

“È uno sciopero generale a cui si applicano le normative dello sciopero generale”, replica la Cgil, “non lo modificheremo. Il garante faccia il garante e non risponda al potere politico.” dice a Radio Popolare Stefano Malorgio, segretario generale della Filt CGIL.

In effetti la convocazione di domani da parte del garante ha poco di tecnico, e molto di politico. Arriva, infatti, dopo l’indebita ingerenza del ministro delle infrastrutture Salvini, che puntualmente cerca di stroncare ogni sciopero. Più grave perché stavolta lo sciopero contesta proprio le scelte economiche del governo. La Lega rispolvera tutti i luoghi comuni: lo sciopero del venerdì, per cominciare, come se nel fine settimana i servizi pubblici essenziali non funzionassero. La convocazione ad orologeria dopo le minacce di precettazione di Salvini evidenzia un altro nodo che viene al pettine, la norma sempre più restrittiva sul diritto di sciopero in Italia, che chiede almeno 10 giorni tra un’astensione e l’altra e la limitazione temporale nei servizi pubblici. Cioè di fatto di anestetizzare gli effetti di disagio che uno sciopero si propone. Una preoccupazione decisamente pelosa, sui disservizi causati dagli scioperi, che non si vede quando i disservizi quotidiani del trasporto pubblico sono causati dal sotto finanziamento e dalla trascuratezza, come ad esempio Trenord, nella Lombardia a trazione leghista. Per questo a Cgil e Uil si chiede di escludere i settori dei trasporto aereo e dell’igiene ambientale, e di rimodulare quello dei vigili del fuoco e del trasporto pubblico locale e ferroviario, perché “vicini” ad altre proclamazioni. “È uno sciopero generale a cui si applicano le normative dello sciopero generale”, replica la Cgil. Alla maggioranza gli scioperi non piacciono, e sta cercando di bloccare anche quello dei medici del 5 dicembre. Sul piano generale, prosegue il tentativo di restringere le maglie al diritto di sciopero: resta in parlamento la proposta di vietarne la proclamazione nei servizi pubblici ai sindacati non firmatari di contratti nazionali, un attacco alla libertà sindacale garantito dalla costituzione.

Il successo della manifestazione del Pd a Roma non piace ai commentatori della politica

(di Claudio Jampaglia)

Non sono bastate 50mila persone e la prova superata della piazza e del palco per salvare la segretaria del Pd dalle insinuazioni di troppa sinistra, troppi temi, quasi le rinfacciano al troppa gente. A nove mesi dal parto delle primarie per una leader donna, giovane, che rivendica l’essere di sinistra, sono in tanti sui giornali ovviamente e sui social ad aver ancora da rosicare. E quindi il giorno dopo è tutto un misurare alleanze, sondaggi e ironizzare sui temi di cambiamento e coraggio proposti dal palco di Piazza del Popolo. C’è chi addirittura ha cercato di sostenere che la folla acclamava più Giuseppe Conte, inseguito da un mantra che gli urlava più che sussurrava “restate uniti”. Oggi il leader dei 5stelle fa sapere che rimangono una forza autonoma con un suo percorso sempre avanti, in trincea, ma che il dialogo col Pd si intensificherà. Disperato, invece, Calenda che dice sarebbe ora di costruire un’alternativa per un programma di governo ragionevole, ma invece di sedersi al tavolo con lui, il Pd va in piazza con Conte. Irragionevole. Insomma tutti a cercare di minimizzare e grattare la base che si allarga del Pd di Schlein che fissa nello scontro con il governo il suo obiettivo. Si ma per vincere le elezioni non basta, scrivono i cronisti di politica a cui Schlein non è masi stata molto simpatica. In effetti ci vogliono i voti e fino a prova contraria il barometro politico in questi anni ha premiato chi ha creduto nelle istanze dal basso, più che nelle sirene centriste, lo testimonia l’alleato Conte e ancora di più la prima presidente del consiglio donna. E quindi ha ragione la segretaria a parlare di speranza e a guardare là dove i voti sono mancati davvero. La campagna per le Europee inizia ora.

Sempre meno FIAT in Italia

Un chiaro segnale di disimpegno dall’Italia, alla faccia delle promesse fatte con e dal governo. Stellantis ha inviato, senza comunicarlo al sindacato, 15mila mail per invitare altrettanti impiegati degli stabilimenti italiani alle dimissioni volontarie, proponendo incentivi di uscita al lavoro fino a 100mila euro. Solo a luglio il ministro del made in Italy Urso, aveva promesso un accordo imminente con Stellantis per la produzione in Italia di un milione di veicoli. Accordo ribadito ancora ieri in un intervento pubblico dal ministro, ma decisamente smentito dall’atto dell’azienda. Il calo di produzione, in Italia, è costante, e soprattutto in Piemonte aumenta parallelamente la cassa integrazione. 

  • Autore articolo
    Redazione
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Edizione di venerdì 22/11 15:29

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle 16 edizioni quotidiane del Gr. Un appuntamento con la redazione che vi accompagna per tutta la giornata. Annunciati dalla “storica” sigla, i nostri conduttori vi racconteranno tutto quello che fa notizia, insieme alla redazione, ai corrispondenti, agli ospiti. La finestra di Radio Popolare che si apre sul mondo, a cominciare dalle 6.30 del mattino. Da non perdere per essere sempre informati.

    Giornale Radio - 22-11-2024

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di venerdì 22/11/2024

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 22-11-2024

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di venerdì 22/11/2024 delle 07:16

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 22-11-2024

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Radio Popolare Minilive - Fabiana Palladino

    Giovedì 21 novembre 2024 a Playground, Elisa Graci e Matteo Villaci hanno ospitato Fabiana Palladino per una chiacchierata e alcuni brani live, piano e voce.

    Clip - 22-11-2024

  • PlayStop

    Playground di venerdì 22/11/2024

    A Playground ci sono le città in cui abitiamo e quelle che vorremmo conoscere ed esplorare. A Playground c'è la musica più bella che sentirai oggi. A Playground ci sono notizie e racconti da tutto il mondo: lo sport e le serie tv, i personaggi e le persone, le ultime tecnologie e le memorie del passato. A Playground, soprattutto, c'è Elisa Graci: per 90 minuti al giorno parlerà con voi e accompagnerà il vostro pomeriggio. Su Radio Popolare, da lunedì a venerdì dalle 15.00 alle 16.30.

    Playground - 22-11-2024

  • PlayStop

    Gr in breve venerdì 22/11 15:29

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    GR in breve - 22-11-2024

  • PlayStop

    Jack di venerdì 22/11/2024

    Dopo apertura con breve racconto del live di Fabiana Palladino, ascoltiamo la scheda di Marcello Lorrai sui Tinariwen, artisti della settimana, poi ospitiamo prima Stefano Ghittoni che ci parla del suo libro "Musica Concreta", poi Carlo Corbellini dei Post Nebbia ci racconta il loro nuovo disco "Pista Nera"

    Jack - 22-11-2024

  • PlayStop

    Musica leggerissima di venerdì 22/11/2024

    a cura di Davide Facchini. Per le playlist: https://www.facebook.com/groups/406723886036915

    Musica leggerissima - 22-11-2024

  • PlayStop

    Pippo Delbono presenta Il risveglio

    A partire da poesie e racconti originali, Pippo Delbono mette in scena un gesto di solitaria ribellione, mosso dalla volontà di continuare a vivere, allargando lo sguardo verso ciò che ci circonda, a costo di trovarsi di fronte a una realtà peggiore di quella da cui si era fuggiti. Attraverso il racconto salvifico delle proprie debolezze, paure e speranze, l’artista crea uno spettacolo che è un’invocazione alla rinascita e che, a partire da un’esperienza personale, sfocia nella rappresentazione universale di quel “sentimento di perdita” che riguarda tutti. Il risveglio è un lavoro sulle cadute e i risvegli, dedicato a chi si è addormentato e poi risvegliato, e a chi ancora non lo ha fatto. Attorno a Pippo Delbono, gli attori della Compagnia danzano sulle note struggenti che suonano lamenti di amore e tenerezza evocando un rito sacro, un funerale forse. Sulle note del virtuoso violoncellista Giovanni Ricciardi, in scena con il suo strumento, e su brani che provengono dalla memoria degli anni Settanta, Delbono si ripete: «Devi danzare, danzare nella tua guerra». Ira Rubini l'ha raggiunto per Cult il giorno dopo il debutto milanese del suo spettacolo Il risveglio

    Clip - 22-11-2024

  • PlayStop

    Considera l’armadillo di venerdì 22/11/2024

    Per riascoltare Considera l'armadillo noi e altri animali ospite Teresa Maresca a parlarci del suo libro Il primitivo del sogno. Walt Whitman e l'arte dalla natura, @algra editore. A cura di Cecilia Di Lieto.

    Considera l’armadillo - 22-11-2024

  • PlayStop

    Giornale Radio venerdì 22/11 12:30

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 22-11-2024

  • PlayStop

    Cult di venerdì 22/11/2024

    Oggi a Cult: Barbara Sorrentini dal Torino Film Festival 2024; Manuela Accinno sulla mostra di Seçkin Pirim a Triennale Milano; Pippo Delbono in scena al Piccolo Teatro Strehler con "Il Risveglio"; la rubrica di fumetti di Antonio Serra...

    Cult - 22-11-2024

  • PlayStop

    37e2 di venerdì 22/11/2024

    Oggi cominciamo parlando degli inserimenti lavorativi delle persone disabili a Milano; torniamo poi a parlare di Pfas e oggi in particolare parliamo degli effetti sulla salute; infine, una nuova puntata della nostra rubrica dedicata all’invalidità civile e previdenziale.

    37 e 2 - 22-11-2024

  • PlayStop

    Gr in breve venerdì 22/11 10:31

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    GR in breve - 22-11-2024

  • PlayStop

    FILIPPO DEL CORNO - PUCCINI '900

    FILIPPO DEL CORNO - PUCCINI '900 - presentato da Ira Rubini

    Note dell’autore - 22-11-2024

  • PlayStop

    SALVAMILANO, MODELLO MILANO, VIVERE A MILANO

    Il Parlamento vota la norma “salvaMilano” e il csx si divide, la Giunta milanese trova appoggio al suo operato, la magistratura che ha aperto delle inchieste farà ricorso. In mezzo a tutto questo si svolge il “vivere a Milano”. Una trasmissione sul rapporto tra un “modello” e i suoi esiti. Ospiti: Roberto Maggioni e Michelino Crosti, redazione locale di Radio Popolare. Interventi: Silvia Roggiani, Pd; Gianni Barbacetto, giornalista del Fatto Quotidiano; Alessandro Coppola, Elena Granata, Arturo Lanzani, urbanisti.. Condotta da Massimo Bacchetta, a cura di Massimo Alberti

    Tutto scorre - 22-11-2024

  • PlayStop

    Gr in breve venerdì 22/11 09:31

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    GR in breve - 22-11-2024

  • PlayStop

    Il giorno delle locuste di venerdì 22/11/2024

    Il fine settimana conclusivo della COP29 probabilmente non produrrà un documento conclusivo, una "cover letter" come la chiamano i negoziatori. Sul tavolo della COP29 c'era soprattutto il tema della finanza per i PVS. La bozza del documento finale è stata pubblicata all'alba di Baku, cioè nella notte italiana, considerando che ci sono 3 ore di fuso orario. Si tratta di 15 pagine che, tolte le premesse delle prime due cartelle, iniziano le parentesi sulle cifre mancanti, mentre è ormai deciso che le caratteristiche del flusso finanziario (se a debito o a fondo perduto) non saranno decise a Baku. La COP azera è stata, per ora, soprattutto l'apoteosi dei lobbisti fossili, con molti esponenti nelle delegazioni ufficiali degli Stati, come ha evidenziato Re Common. I lobbisti fossili a Baku sono 1773. Passiamo al capitolo giudiziario: gli Stati Uniti sono in prima pagina con il mandato d'arresto per gli Adami, i miliardari indiani legatissimi a Modi, e per la condanna a 18 anni di carcere del fondatore di Archegos Capital Management, Bill Hwang. La condanna è da connettere al fallimento da 100 miliardi di dollari che ha, tra l'altro, influito in maniera determinante nel collasso di Credit Suisse, poi salvata dal governo federale mediante una fusione con UBS. Per Adami, figlio e nipote, ieri è scattata la richiesta di arresto internazionale per tangenti e altri reati finanziari. Sempre più vicina il possibile break up di Chrome da Google, come vuole il Dipartimento della Giustizia USA e l'antitrust, che rischia, però, di essere smantellato da Trump. Sul famigerato DOGE (Department of Government Efficiency) c'è stato un ampio intervento sulle colonne del Wall Street Journal di Elon Musk e Vivan Ramaswamy, co-chair del fantomatico Department, imprenditore farmaceutico. Torniamo sulle crypto perché il tetto dei 100.000$ è vicinissimo. La settimana scorsa abbiamo ricevuto critiche per come abbiamo messo sullo stesso piano Bitcoin con Dogecoin, la meme di Musk. Non era né poteva essere un parallelismo perché il panorama è molto ampio e variegato, da Cardano a Tether, passando per le prime DAO. Non sarà facile applicare la tassa sugli ultra-ricchi che è indicata nel documento del G20. Il prof. Santoro, che oggi non è riuscito a collegarsi per delle sessioni di lavoro a cui sta partecipando del Fondo Monetario sulla ricostruzione dei sistemi fiscali in Iraq, ci offre un'analisi di questo passo del G20 che, come abbia ricordato più volte, è stato fortemente voluto dal Brasile. Clamoroso attacco del presidente della Regione Lombardia a Bankitalia, che ha registrato la frenata dell'economia (nettamente sotto la media nazionale). A pesare sempre il calo della produzione industriale. Ieri nuovi dati negativi dal mercato dell'auto, la Bild ha aperto con il titolo a caratteri cubitali "Der Auto Crash". È la stessa BCE a vedere alti rischi per l'economia EU. Le imprese statunitensi stanno riempiendo i magazzini per contenere l'effetto Trump sui dazi. Tornata prepotente la speculazione sul gas: i fondi hedge scommettono sul rialzo (producendolo per ora sulle bollette di famiglie e imprese). La scommessa vale metà dei consumi italiani di un anno.

    Il giorno delle locuste - 22-11-2024

  • PlayStop

    Gr in breve venerdì 22/11 08:30

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    GR in breve - 22-11-2024

Adesso in diretta