
Il colpo di teatro arriva alla fine, quando Meloni oltraggia il Manifesto di Ventotene, leggendo alcune frasi decontestualizzate che da tempo la destra fa girare sui social. “Quella di Ventotene non è la mia Europa”, chiude e poi se ne va, consapevole di aver creato un’indignazione enorme e un imbarazzo tra i liberali e i moderati della sua maggioranza, a cominciare da Forza Italia.
Prima va al Quirinale, dove Mattarella l’ha incontrata ma non per un colloquio a due, come è accaduto altre volte, ma insieme agli altri ministri e infine Meloni vola a Bruxelles. Arriva nel centro di quell’Europa la cui fondazione tutti gli Stati riconoscono in Spinelli, Rossi e Colorni, gli antifascisti mandati al confino da Mussolini e che Meloni oggi dileggia. Un atto così grave nel modo in cui è stato compiuto che, malgrado l’opposizione fosse consapevole essere anche un modo per alzare polveroni utili a nascondere le divisioni, non poteva però passare in silenzio.
Per ben tre volte i lavori sono stati sospesi per le proteste di tutti gli esponenti dell’opposizione, a cominciare da Fornaro, che dopo aver ricordato le persecuzioni subite da chi scrisse il Manifesto, si commuove e piange. Per molti l’attacco di oggi contro l’atto fondativo dell’Europa federale è stato creato ad arte per coprire le divisioni nella maggioranza sulle armi e sui rapporti sull’Europa.
Meloni da ieri appare sotto scacco della Lega, di Salvini che non si fa vedere in Parlamento, non manda i ministri oggi alla Camera dei deputati. Manda Molinari in tv a dire che Meloni non ha nessun mandato ad approvare il Rearm Eu, e poi lo riconferma lui stesso, “Meloni ha il mandato di difendere l’interesse nazionale e quello di cui si parla non corrisponde al nostro interesse”, dice Salvini che subito dopo incontra un capo di governo che vorrebbe un’Europa sovranista, divisa e debole e cioè Viktor Orban.
E domani Meloni dovrà confermare una linea che al momento non è chiara. La settimana scorsa al suo partito fece votare il libro bianco, domani dovrebbe dire il contrario.