Non c’è solo il campo 10 del Cimitero Maggiore di Milano, dove sono sepolti i repubblichini che combatterono per la repubblica di Mussolini durante la seconda guerra mondiale e dove l’anno scorso centinaia di fascisti poterono liberamente manifestare con tanto di saluti romani, il 29 aprile, quattro giorni dopo l’anniversario della Liberazione.
A Monza, nel campo 62 del cimitero cittadino, sono sepolti caduti repubblichini, criminali di guerra e squadristi degli anni venti. Ogni anno il 25 aprile, o il 29 aprile come accaduto l’anno scorso, decine di neofascisti svolgono una parata con saluti romani.
A Monza il sindaco è il leghista Allevi e tra i suoi assessori c’è un esponente della formazione fascista ‘Lealtà e Azione’, Andrea Arbizzoni.
L’Osservatorio Democratico sulle nuove destre ha presentato un dossier informativo sulla storia del campo 62 e di chi vi è sepolto e chiede che le istituzioni vietino parate neofasciste. Saverio Ferrari, dell’Osservatorio Democratico, spiega a Radio Popolare chi è sepolto al campo 62 del cimitero di Monza:
“Ricostruiamo la loro storia: ci sono gli squadristi degli anni ’20, a partire da Aldo Carabella, che è stato sì un eroe della prima guerra mondiale ma è stato un generale delle camicie nere, un fanatico squadrista che arrivò addirittura a contestare lo stesso Mussolini dopo il delitto Matteotti quando, nel dicembre del 1924 si recò a Palazzo Venezia (la sede del governo fascista a Roma-ndr) per contrastare quella che considerava un’eccessiva prudenza e un attendismo del Duce. Poi ci sono diversi altri squadristi morti negli anni ’20 durante gli scontri con i socialisti e i comunisti, negli assalti alle Camere del Lavoro, o alle sedi dei partiti”
E, a proposito del 25 aprile, ha precisato:
L’Anpi di Monza e altre realtà antifasciste hanno promosso un presidio permanente dentro al cimitero di Monza per il 25 aprile, poi sappiamo che i fascisti ci andarono il 29. Le autorità devono impedire quello che è successo lo scorso anno quando, tra bandiere con l’aquila di Salò e croci celtiche si omaggiavano gli squadristi degli anni ’20.