Tutto il mondo è paese. La sindrome annunciatoria che affligge da tanti anni molti politici nostrani non è una novità negli Stati Uniti. Ma stavolta la Broadway League, la più importante associazione di proprietari di sala e produttori di spettacolo dal vivo d‘America e probabilmente del mondo, si è vista rubare la scena dal governatore di New York, Andrew Cuomo, che ha seraficamente annunciato che i teatri (quindi anche quelli di Broadway) riapriranno il 19 maggio.
Peccato che probabilmente non succederà. Dopo la sorpresa iniziale, la Broadway League ha emesso un imbarazzato comunicato: “Plaudiamo al recente annuncio del Governatore che allenta i limiti di capienza nei luoghi di spettacolo dello Stato di New York. Ci sentiamo incoraggiati da questa buona notizia, è l’indicazione da tempo attesa che New York è davvero sulla strada della ripresa. Siamo impazienti di riaprire con piena capienza e stiamo lavorando per riaccogliere in totale sicurezza il pubblico e i lavoratori a Broadway, in autunno. Come sempre, continuiamo a collaborare con i nostri rappresentanti eletti e diffonderemo nuove informazioni appena i progetti saranno finalizzati“
La ripresa di Broadway è cruciale per New York. Questo settore, prima del Covid, fruttava all’anno quasi 2 miliardi di dollari di sbigliettamento, muovendo circa 15 milioni di spettatori e impiegando 97.000 lavoratori. Ma riaprire a mezza sala per Broadway equivale a un bagno di sangue. A proposito, ricordate l‘annuncio un po‘ avventato del nostro Ministro della Cultura sulla riapertura dei teatri italiani lo scorso 27 marzo, nella Giornata Mondiale del Teatro?