Netanyahu ha confermato che Israele ha approvato l’accordo per un cessate il fuoco in Libano, ma non ha fornito dettagli; ha rivendicato i successi sul terreno: “Abbiamo disarmato Hezbollah in Libano e Iran”, ha detto; “Abbiamo smantellato Hamas”, ha aggiunto, “e ora è arrivato il momento giusto per un cessate il fuoco, anche per prenderci due mesi di tempo per riarmarci (esattamente il tempo che serve a Donald Trump per arrivare alla Casa Bianca). Infine ha aggiunto che l’esercito resta pronto ad attaccare in caso di minaccia.
Per ora le indiscrezioni di stampa parlano di un cessate il fuoco temporaneo di 60 giorni che permette ad Israele di attaccare il suolo libanese per rispondere al lancio di missili o ordigni al confine o per eliminare una minaccia immediata da parte di Hezbollah. Il testo del documento è tale che lascia un ampio spazio di manovra affinché Israele possa attaccare.
In queste ore, proprio in vista del probabile inizio della tregua, Israele ha intensificato la sua offensiva sul Libano e ha lanciato su Beirut il più massiccio attacco aereo dall’inizio del conflitto. Si contano diversi feriti, 10 per ora le vittime accertate. I raid stanno colpendo anche altre località; la prospettiva di una tregua è vista con molto scetticismo.
A Gaza, invece, i palestinesi temono che con il cessate il fuoco in Libano l’esercito israeliano intensificherà i suoi attacchi. Secondo le autorità locali, solo oggi i raid aerei hanno provocato 22 morti, la metà vittime del bombardamento di una scuola che ospita migliaia di sfollati. Altre vittime si sono registrate a Jabalia e a Beit Lahya nel nord, nel campo profughi di Nuseirat e a Rafah, nel sud.