A Lampedusa è arrivata la seconda nave su cui saranno imbarcati i migranti per passare il periodo di quarantena, e svuotare l’Hotspot. La prima nave era arrivata questa mattina, ma l’imbarco attraverso le motovedette di Guardia Costiera e Guardia di Finanza è andato a rilento a causa del mare agitato e delle forti raffiche di vento.
Proprio in base alle condizioni meteo si sta valutando se interrompere il trasbordo e terminarlo domani mattina. La scelta delle navi quarantena è stata fatta dal governo sulla base della situazione nell’hotspot, che contava oltre 1200 presenze su una capienza massima di 200 posti, per via dei continui sbarchi di piccole imbarcazioni autonome.
Queste soluzioni su nave sono state istituite dal governo il 12 aprile, con un decreto della Protezione Civile, che ha stanziato alcuni milioni di euro per recuperare grandi imbarcazioni private su cui isolare i migranti. Hanno cominciato a fare notizia da quando, il 20 maggio scorso, un ragazzo tunisino di 28 anni si è buttato in mare per raggiungere a nuoto la costa ed è morto.
Quello del trauma psicologico di chi ha affrontato drammatiche traversate ed è rimasto in mare per molti giorni per poi ritrovarsi di nuovo in acqua, è solo uno dei problemi legati a questa soluzione, scelta dal governo per far fronte alle polemiche politiche e le proteste degli enti locali.
La sorveglianza a bordo è garantita dalla Croce Rossa: chi risulta negativo al test per il coronavirus rimane a bordo per quindici giorni, chi risulta positivo rimane sulla nave fino al momento in cui il tampone diventa negativo.
Esperti sanitari come il professor Galli dell’ospedale Sacco di Milano hanno criticato questa scelta asserendo che si tratta di luoghi inadeguati all’isolamento. Grandi perplessità sono arrivate anche dalle associazioni per i diritti umani come Amnesty International che ha definito l’uso delle navi-quarantena una prassi “inutile e crudele”. Anche il garante nazionale delle persone detenute si è mostrato in disaccordo.