“L’Italia non fa una politica di aggressione nei confronti di Mosca, semplicemente assolve ai suoi obblighi in qualità di membro della Nato”. Lo dice Gianluca Pastori, professore di Storia delle relazioni politiche fra il Nord America e l’Europa nella Facoltà di Scienze Politiche e Sociali all’Università Cattolica del Sacro Cuore.
“Non è la prima volta che il nostro Paese partecipa ad operazioni del genere, anche nell’area del Baltico – ha detto Pastori – e la decisione di mandare 140 uomini in Lettonia sul confine con la Russia non rappresenta una vera aggravante nelle tensioni che già ci sono.”
Per il professore, infatti, i problemi sono da ricercare a quell’incertezza che si respira a livello internazionale dovuta, in particolare, al nodo elezioni Usa. “Tutto si potrà capire meglio dopo l’8 novembre – ha sottolineato Pastori. Per il momento, le grandi potenze si fronteggiano a distanza per avere una situazione di forza. Putin alza la posta nei teatri in cui è coinvolto, non solo in Siria ma anche in Europa, ha specificato ancora Pastori, mentre l’Italia agisce secondo i patti, pur non contraddicendo la sua politica di dialogo.
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