C’è il primo pallone usato in una partita di calcio internazionale, quella tra Scozia e Inghilterra nel 1872, scarpe in perfetta fattura inglese degli anni Trenta e almeno altri duecento cimeli della storia del calcio: lo sport più praticato e amato ma che ancora mancava di un museo itinerante di pezzi storici.
Un’ iniziativa che è stata presentata alla Camera, con l’esposizione di alcuni cimeli, maglie uniche di campioni e la “palla del mondiale” come la chiama Renato Mariotti, uno dei collezionisti che hanno messo a disposizione i loro pezzi da collezione per il Museo, che girerà in quindici città italiane fino al 2019. La “palla da mondiale” è la palla di pezza che usavano i ragazzi durante la seconda guerra mondiale, vecchie maglie cucite, legate con una corda e poi insaccate nelle calzamaglie dei genitori.
Anche questo verrà esposto dal 23 febbraio in poi, si comincerà a Perugia e poi altre tappe a Forlì, Rieti, Foggia, Padova, Cremona, Bergamo, Pisa, Firenze, Trapani, Napoli, Salerno, Vicenza, Mantova, Potenza e Ancona. Ingresso gratuito e per ogni tappa una serie di eventi a corollario, con laboratori didattici e incontri con testimoni e campioni di oggi e del passato. Un museo per ricordare il calcio di una volta, quando non era la macchina da soldi che è adesso. “L’idea di un museo diffuso e itinerante non è mai stata pensata prima – dice il collezionista Mariotti – perché dagli anni Novanta il calcio è diventato un affare economico, quotato in borsa, con poco spazio per la nostalgia. Io non mi ritengo collezionista, sono solo un appassionato”.
Del resto una sola maglia di un vecchio campione può valere anche 300 mila euro, ma nella mostra sarà esposta gratuitamente. E tra le maglie anche quella della società Renato Curi, nata come società Marconi per tornei giovanili ma che poi prese il nome di un campione, Renato Curi appunto, che giocò pochi anni nel Perugia e morì giovane nel 1978, nel campo di calcio durante la partita Perugia-Juventus.