Cambiano le bandiere nei municipi milanesi dove, fino a domenica 5 giugno, il centrosinistra governava indiscusso. I risultati delle urne disegnano, ora, una nuova geografia del potere cittadino e su nove zone, il centrodestra ne conquistate ben cinque.
Localmente Mosso RSVP, che dal giorno dopo ha seguito i risultati, ogni mattina intervista il candidato del centrosinistra, vincente o perdente, per capire cosa è successo al potere dell’onda arancione, quella che nel 2011 aveva travolto tutti.
Oggi abbiamo sentito Enea Moscon, candidato del centrosinistra nel Municipio cinque, che ha perso contro il candidato di centrodestra Alessandro Bramati davvero un un soffio, con il 40,73 per cento contro il 41. “Ebbene sì, sono stato battuto per 121 voti – ha commentato a Massimo Bacchetta – e infatti sono già stato all’ufficio elettorale, per sfogliare i verbali e vedere se ci sono i presupposti per un riconteggio”. Come accaduto già nel municipio quattro, dunque, potrebbero aprirsi nuovi spiragli.
“Escludo che ci siano stati dei brogli – ha detto Moscon – ma, essendo stato nei seggi, ho la certezza che il lavoro degli scrutatori è stato fortemente condizionato dalla stanchezza e complessità delle procedure di voto. Per cui, qualche errore può essere stata fatto ed essendoci uno scarto dello 0,3 per cento il riconteggio è necessario”. Entro mercoledì si potrebbe già capire se i termini per il ricorso effettivamente ci sono, ma dovrà poi, essere il giudice a decidere se accettare o meno la richiesta di Moscon.
Il 5 giugno, nel municipio cinque hanno votato 48mila persone, mentre nel 2011 59mila, mancano dunque, circa 10 mila voti e di questi ben ottomila sono quelli che mancano al centrosinistra. Questo, secondo Moscon, sia perché la coalizione era divisa, sia perché ha influito l’andamento nazionale e quella disaffezione al centrosinistra trascinata da Renzi. Il rimpianto è di non aver avuto abbastanza tempo, almeno in zona 5, di arrivare a una trattativa con la sinistra, considerando che in cinque anni la cooperazione tra le diverse anime politiche è stata pressoché totale. “Ma certamente hanno il loro peso gli errori sulle periferie – ha ammesso Enea Moscon – perché ci sono state delle questioni incancrenite da anni che non siamo riusciti a risolvere, come per esempio a Gratosoglio. E per questo siamo stati puniti”.
La speranza è che, con il decentramento, per il quale Moscon ha direttamente lavorato, si possa ricucire lo strappo tra politica e cittadini.
Ascolta Enea Moscon intervistato da Massimo Bacchetta