
Quest’anno ricorrono i 160 dalla nascita di Edvard Munch. Ma quante delle migliaia di opere realizzate da uno dei più celebri pittori scandinavi in oltre 60 anni di carriera conosciamo davvero? Gran parte di noi potrebbe citarne per lo più un paio, tra cui, ovviamente, l’Urlo, o il Grido, che dir si voglia. Sfogliare il graphic novel Munch, sceneggiato da Marco Ferrandino e disegnato da Germano Massenzio per i napoletani di Douglas Edizioni, è quindi una sorpresa continua. Perché ogni pagina ci guida attraverso la vita e le fasi artistiche del pittore proprio attraverso una ventina delle sue opere più significative. Sono proprio loro, le opere, che l’artista considerava come i suoi figli, a raccontare questa biografia trasversale come se fosse una storia di famiglia.
Invece di presentare in modo classico e lineare le tappe della vita di Munch, gli autori hanno preferito lasciare ai quadri il compito di descrivere le circostanze, le tecniche e le emozioni con cui sono stati realizzati. Anche perché le opere di questo pittore dell’anima, che affrontano liricamente le tematiche della morte, dell’angoscia e del dolore, sono di per sé profondamente biografiche. Ciascuna di loro è un pezzo di lui. Le sue sorelle, suo padre, la città di Oslo e la sua borghesia, la sua amante Tulla, Parigi… Chi meglio di loro per accompagnare il lettore a cavallo di due secoli e alla scoperta delle riflessioni esistenziali e pittoriche che lo hanno segnato e formato?
Ecco quindi che La donna vampiro o Senna a Saint-Cloud prendono vita, le figure cambiano espressione sotto le dita di Massenzio, che reinterpreta in gouache su carta gli olii su tela originali utilizzando dei colori più luminosi e attuali, che animano le pagine, senza tradire lo spirito dell’autore.
Realizzato nel corso di due anni, questo romanzo grafico sfrutta appieno la grammatica della composizione delle tavole e una pluralità di tinte e di stili, che vanno dall’uso di china, di acquerelli e della tecnica della gouache, appunto, fino alle transizioni tra bianco e nero e colore, per evocare sia il passare del tempo della storia, che l’evoluzione del percorso pittorico di Munch negli anni. L’attenzione alla grafica di questo libro artigianale è evidente fin dal titolo, ottenuto dalla rielaborazione di una firma del pittore, oltre che dal paziente lavoro fatto sul lettering. Nonostante l’assenza di dialoghi classici e la scarna presenza di onomatopee, la cura con cui sono state predisposte e scritte le didascalie accompagna il lettore come una pluralità di sensibili voci fuori campo. Quelle delle magnifiche opere di Munch, appunto, che chiudendo il libro sembrano quasi essere diventate dei vecchi amici da ritrovare un giorno al museo di Oslo o in giro per il mondo.
Munch di Marco Ferrandino e Germano Massenzio. 120 pagine a colori. Douglas Edizioni, 16 euro.