Lo dicevamo nei giorni scorsi, Radio Popolare segue e continuerà a seguire con attenzione la crisi politica di questi giorni, perché i suoi esiti avranno effetti sui cittadini per i prossimi cinque o dieci anni.
Viene tuttavia il dubbio che la notizia che fa riflettere di più, in queste ore, non stia nei 321 voti ottenuti da Conte alla Camera, né nei cambi di casacca o nelle convulsioni dei vari senatori che oggi occupano le pagine dei giornali, Polverini, Binetti, Cerno e via elencando.
Viene il dubbio che la notizia di ieri sia la proposta fatta da Letizia Moratti, ex ministro e oggi presidente di fatto della Lombardia, di distribuire il vaccino alle regioni in modo proporzionale al Pil che producono. In altre parole, più dosi alle regioni ricche e meno a quelle povere.
Dietro l’uscita della vicepresidente e assessora Moratti c’è tutta una visione del mondo, un modo di pensare, un sistema cognitivo: il Pil, la produzione, come misuratore del valore degli esseri umani, come criterio di merito, talmente totalizzante ed esteso da decidere anche chi deve vivere e chi no.
Una visione della vita aberrante e solidamente di destra, destra economica, certo non fascista, non razzista, che non va a suonare ai citofoni come Salvini: ma pura destra economica.
Se a volte facciamo fatica a definire cos’è la sinistra, Moratti ci aiuta a capire che non si fa invece alcuna fatica a definire la destra: la destra è questa qua, la produzione e la ricchezza come metro di valutazione degli esseri umani e dei loro diritti, compreso quello alla salute.
Ecco che allora alla fine viene un altro dubbio, questa volta un po’ connesso con la crisi politica di questi giorni: vanno benissimo i governi per tenere lontano dal potere i fascisti e i razzisti, ma non dimentichiamoci che le differenze stanno anche altrove.
Foto | Wikipedia