Si è chiuso la sera del 22 febbraio – forse definitivamente – The X-Files, la storica serie della rete Fox che racconta le indagini sul sovrannaturale della coppia di agenti Fbi Mulder e Scully. Un ritorno, a 14 anni di distanza dalla fine della serie e otto anni dopo il film, che ha fatto molto discutere: ha senso riesumare un telefilm che sembra appartenere a un’altra epoca televisiva? Il ritorno ha funzionato?
Nelle intenzioni del creatore Chris Carter, i sei episodi dovevano essere accessibili anche a nuovi spettatori, e non solo quelli storici; in realtà è difficile vedere in X-Files qualcosa di più che un omaggio ai fan di una vita. Anche perché, i 23 anni passati dal primo episodio si vedono tutti. A cominciare dall’impatto visivo: la sigla proposta è quella originale, in tutto e per tutto, ma l’effetto diventa straniante vedendo poi sullo schermo Gillian Anderson e David Duchovny profondamente cambiati nella loro fisionomia.
In un’altra dichiarazione di intenti, Carter annunciava di voler collocare la serie nel nuovo contesto sociale e politico, scegliendo così di puntare su uno degli elementi fondanti, insieme al sovrannaturale: la cospirazione. Il primo dei sei episodi si apre così, con un lungo monologo delle attività di Mulder e Scully, il cui filo conduttore dei casi in cui si imbattono è proprio quello del complotto governativo per nascondere gli Ufo e le altre forme di vita esistenti. E il primo episodio accelera così vertiginosamente su questo aspetto: del resto, siamo nel post 11 settembre e quella dei complotti e della cospirazione è diventata questione di dibattito comune, tra serio e faceto.
Considerati i pochi episodi, ci si aspetterebbe quindi una miniserie che condensi almeno alcuni degli interrogativi lasciati irrisolti dalla serie storica. Invece X-Files vira subito sui “casi del giorno”, con episodi che in una stagione normale si chiamerebbero riempitivi. Nei quali, tra l’altro, si vede la mancanza di due dei principali autori: il Vince Gilligan che poi creò Breaking Bad, e Frank Spotnitz impegnato con la trasposizione seriale di The Man on the High Castle, il romanzo di fantascienza distopica di Philp K. Dick.
Insomma, era un ritorno necessario? La sensazione è che X-Files sia davvero un telefilm di un’altra epoca, e il suo ritorno decisamente fuori tempo massimo. Si riscatterà con il finale? Arriveranno le tanto attese risposte ai misteri? Lo scopriremo questa notte.