
In nemmeno due settimane di ripresa dei bombardamenti israeliani sulla striscia di Gaza, sono state uccise mille persone. I bombardamenti sono stati costanti e inarrestabili, proseguiti anche durante l’Eid al-Fitr, la festa per la fine del mese del Ramadan, una delle feste più importante e sentite per il mondo islamico.
Oggi, l’esercito israeliano va oltre, ordinando l’evacuazione della città di Rafah, nel sud della striscia di Gaza. Decine di migliaia di persone, per l’ennesima volta, hanno raccolto il poco che avevano, e a piedi o a bordo di mezzi di fortuna, hanno lasciato Rafah. Una città che durante i mesi di guerra è stata completamente rasa al suolo. Alla popolazione che durante il cessate il fuoco aveva provato a ristabilirsi lì, o che si trovavano lì nella speranza di passare il confine con l’Egitto nelle rare evacuazioni concesse, è stato ordinato di spostarsi ad Al Mawasi, una zona costiera che già era stata identificata come “zona umanitaria” dall’esercito israeliano, ma che è stata più e più volte bombardata. Al Mawasi è anche la zona dove secondo il piano israeliano per la rioccupazione di Gaza che era stato rivelato dal Financial Times negli scorsi giorni sarebbero stati confinati tutti i 2 milioni di Gazawi, prima di procedere all’espulsione.
In questi giorni di ripresa dei bombardamenti, le ong e le agenzie onu presenti nella striscia, hanno descritto una situazione umanitaria spaventosa, aggravata dal fatto che da un mese nella striscia non entra più niente: cibo, carburante, acqua, medicinali. Gli ospedali – ha detto l’Onu – sono tornati ad essere un campo di battaglia. Oggi Jonathan Whittall, il capo dell’agenzia Onu Ocha in Palestina, è tornato a parlare dei quindici paramedici palestinesi uccisi da israele. I quindici operatori sanitari sono stati uccisi una settimana fa, ma solo in questi giorni sono stati recuperati i corpi. Secondo l’ufficio per gli affari umanitari delle Nazioni Unite la Mezzaluna Rossa Palestinese e gli operatori della protezione civile erano in missione per salvare i colleghi che erano stati colpiti in precedenza nel corso della giornata, quando i loro veicoli chiaramente contrassegnati come sanitari sono finiti sotto il pesante fuoco israeliano.
Whittall, ha detto che i paramedici sono stati colpiti e uccisi uno per uno e i loro corpi sepolti in questa fossa comune.
“Li stiamo tirando fuori con le loro uniformi, con i guanti. Erano qui per salvare vite. Invece, sono finiti in una fossa comune”, ha detto Whittall. “Queste ambulanze sono state sepolte nella sabbia”. L’esercito ha ammesso di aver colpito le ambulanze perché – hanno fatto sapere – si muovevano in modo sospetto.
Secondo le Nazioni Unite, almeno 1.060 operatori sanitari sono stati uccisi nei diciotto mesi trascorsi da quando Israele ha lanciato la sua offensiva a Gaza.