Carlo Monguzzi, Presidente della Commissione Trasporti e Politiche ambientali del Comune presenta Area B, il provvedimento che da gennaio vieta l’entrata a Milano delle auto a benzina euro 0 e dei diesel euro 0, 1, 2, 3, esclusi i festivi. Molte le deroghe previste e gli incentivi.
Un provvedimento necessario e progressivo, ma ancora poco efficace secondo lo storico esponente ambientalista. Ecco l’intervista di Claudio Jampaglia a Giorni Migliori.
Il primo provvedimento comincia il 20 gennaio 2019. Come dicevi tu, benzina euro 0 e diesel 0, 1, 2, 3 vengono bloccati dalle 7.30 alle 19.30 dal lunedì al venerdì. Po dal 1° ottobre 2020 verrà bloccata benzina euro 1 e diesel euro 4 e poi progressivamente, fino al 2028, in cui non dovrebbero esserci diesel in giro. Questa è la sostanza del problema.
L’obiettivo di Milano, come per altre città europee, è cercare di ridurre davvero drasticamente il diesel. Le persone si chiedono: “come facciamo a cambiare la macchina?”
Io ho una posizione molto netta che deriva dalla mia storia. Forse i radioascoltatori meno giovani ricorderanno il dibattito che ci fu nel Movimento Operaio nel 1980. Il problema erano le fabbriche inquinanti – chiuderle o no? – e all’interno della CGIL nacque l’associazione Ambiente e Lavoro proprio per occuparsi di questi problemi e prese una posizione molto coraggiosa che per me è stata un po’ la stella polare. L’allora suo presidente Rino Pavanello diceva “se una fabbrica con 100 operai inquina e danneggia la salute di 10mila cittadini, noi dobbiamo lavorare sulla fabbrica di 100 operai, cercare di metterla a posto. Se non ci riusciamo, va chiusa. La cosa più importante è la salute collettiva”. Questo lo diceva la CGIL, è una posizione coraggiosissima.
La seconda cosa da cui parto io è che a Milano, lo ammettono tutti, ci sono 400 morti all’anno per l’inquinamento atmosferico. O noi partiamo da questi due presupposti o altrimenti la persona che ha comprato l’euro 3, quella che deve andare a portare all’ospedale qualcuno e ha soltanto l’euro 3, la persona che deve lavorare e ha solo l’euro 0 hanno tutte le ragioni del Mondo, però se non interveniamo su queste cose poi continueremo ad avere i 400 morti all’anno. Provvedimenti piccoli non servono assolutamente a niente, servono misure drastiche. È questa la mia posizione, ma è anche quella di Legambiente e di tanti consiglieri comunali di Milano. Rispetto alle altre città d’Italia, questo provvedimento è il massimo, un sogno. Gli riconosciamo una forza e una valenza. La risposta a chi si chiede come fare con la macchina: gli euro 3 sono macchine che hanno più di 13 anni, tutte le amministrazioni sostengono che i diesel vanno messi fuori mercato, perchè purtroppo i motori a gasolio inquinano molto. Mi rivolgo a tutta la brava gente che ha l’euro 3: perchè avete continuato a comprare i diesel? Noi prevediamo anche 13 milioni di incentivi per chi vuole cambiare l’auto, penseremo sicuramente a delle deroghe ad personam se qualcuno deve portare un familiare in ospedale o deve andare a prendere un anziano. Ci sono dei casi personali, noi non vogliamo fare del male a nessuno, ma vogliamo fare del bene a tutti. Il provvedimento ci sembra un po’ poco efficace. In un anno di 365 giorni. Sabato e domenica i diesel circolano perchè i commercianti sono impazziti perchè si bloccherebbe il traffico. E quindi sono già 102 giorni. Poi ci sono giustamente un po’ di giorni di bonus e siamo a 150. E poi ci sono anche le feste, quindi per metà dell’anno questi benedetti diesel circolano, così come gli euro 0, gli euro 1 e gli euro 2. E questo fino al 2026. Queste sono delle misure che sono intelligenti e forti se fatte da una giunta di gente perbene, però sono poco efficaci perchè hanno tanti buchi. E i buchi non vogliono dire che vogliamo far del male alle persone, vuol dire che chi ha l’euro 0, 1, 2 o 3 può circolare e quindi inquinare. E allora lì entrano in ballo i 400 morti all’anno. Noi non possiamo continuare a dire “ma io ho comprato la macchina”. Mi dispiace, non dovevi farlo, troveremo delle deroghe ad personam e troveremo degli incentivi, ma da una parte c’è la salute pubblica!
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