Due cavalcavia sulla Milano-Meda sono stati chiusi per precauzione. Uno a Cesano Maderno e uno a Bovisio Masciago. Manca da anni la manutenzione e – visto che solo qualche settimana fa un ponte è crollato sulla Milano-Lecco – la prudenza non è mai troppa.
La notizia potrebbe risolversi in poche righe, non fosse che è il paradigma di un fallimento annunciato, quello della Pedemontana: l’autostrada che dovrebbe collegare le province di Bergamo e Varese, ancora incompleta, costata un sacco di soldi e usata per ora pochissimo, troppo poco per essere sostenibile.
Ma torniamo ai cavalcavia: costruiti tra gli anni Sessanta e Settanta, avrebbero tutti bisogno di controlli e manutenzione. Ma le province da cui dipende la Milano-Meda hanno pochi soldi e in questi anni hanno deciso di non usarli per controllare dei ponti che avrebbero dovuto essere abbattuti.
Sì, perché proprio con l’arrivo della Pedemontana e delle nuove infrastrutture per collegarla alla rete viaria già esistente, quei ponti non sarebbero più serviti. O avrebbero dovuto essere ricostruiti più larghi.
Solo che la Pedemontana è stata costruita solo in parte e, soprattutto, non sono state fatte le strade che la possono interconnettere con tutto il resto. I lavori sono in ritardo perché mancano i soldi, ma anche perché, nel territorio di Seveso, vanno fatte delle bonifiche del terreno inquinato dalla diossina.
I sindaci della zona hanno più volte sollecitato una soluzione: per il traffico congestionato di quelle strade, per i cantieri infiniti, per una bonifica sempre rimandata e mai fatta.
Nel frattempo i cavalcavia pericolanti restano là, sulla Milano-Meda, chiusi per precauzione.