Contro il divieto di manifestare per Gaza nel Giorno della Memoria, a Milano quasi 2000 persone sono scese in piazza anche senza l’autorizzazione e hanno tentato di sfilare in corteo lungo via Padova. Convocati dai giovani palestinesi, c’erano ragazzi e ragazze di origini arabe e tanti italiani di collettivi e movimenti antagonisti: non volevano dar retta ai vecchi dirigenti palestinesi delle associazioni che hanno accettato di spostare il corteo a domani. Li hanno contestati, hanno tolto loro il megafono perché la smettessero di invitarli alla calma.
Il nervosismo, anzi, è stato acuito alla testa del corteo da una supposta trattativa con la questura che il funzionario della Digos, responsabile di piazza, sosteneva di stare conducendo per consentire una breve sfilata ai manifestanti. Ma il via libera non è mai arrivato e del resto l’ordine del divieto era giunto, inequivocabile, dal Viminale a tutte le prefetture e questure.
Quando la rabbia dei manifestanti è stata troppa, dopo oltre due ore fermi senza potersi muovere, c’è stato lo scontro con gli agenti e manganelli sulla testa del corteo. Un corteo con gli stessi slogan di tutti gli altri sabati da tre mesi a questa parte, gli stessi che si grideranno domani alla manifestazione autorizzata. Una ragazza che gridava contro i dirigenti palestinesi durante la loro conferenza stampa, paragonando Israele ai nazisti, è stata zittita e bollata come infiltrata. I giovani palestinesi avevano organizzato anche un servizio d’ordine per tenere la situazione sotto controllo, ma stavolta, come ha spiegato una funzionaria di polizia, le pressioni da Roma erano fortissime.