
È partita ufficialmente la 63esima edizione del Salone del Mobile di Milano. Questa mattina, a tagliare il nastro tricolore tra i padiglioni della Fiera di Rho, è stato il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso. Accanto a lui il presidente della Regione Fontana e il sindaco Sala, che ha stimato che l’evento porterà a Milano almeno 800mila persone da qui a domenica.
Degli oltre 2000 espositori presenti da 37 Paesi, le aziende estere sono il 38% e, di queste, quelle europee sono il 73%. Per il sindaco il Salone arriva in quelli che ha definito “giorni delicati”, in cui “bisogna privilegiare il fare”. Per la presidente del Salone Maria Porro, unica donna presente all’inaugurazione oltre all’assessora alle Politiche del Lavoro e Sviluppo economico Alessia Cappello, “l’edizione 2025 sarà cruciale per consolidare un vantaggio competitivo in un quadro internazionale complesso”. Insomma, l’ombra dei dazi si fa sentire tra gli enormi padiglioni che accoglieranno visitatori da tutto il mondo. Per Porro si tratta di una partita da giocare con l’Europa per evitare un’escalation commerciale con gli Stati Uniti”.
Intanto, molti espositori ancora non sanno dare giudizi su come i dazi intaccheranno le loro attività. Molti esprimono preoccupazione, ma non azzardano ipotesi. Alcuni invece toccano già con mano i primi effetti delle tasse imposte dall’amministrazione Trump: soprattutto chi fino all’altro ieri puntava perlopiù sul mercato americano e si troverà a dover assorbire i costi aggiuntivi. Parola chiave, per ora: incertezza. Che, dicono gli espositori a Rho, nel business è ancora peggio delle brutte notizie.