Approfondimenti

Miguel Benasayag: “L’epidemia è una conseguenza dell’ecocidio in corso”

Miguel Benasayag

Miguel Benasayag, 66 anni, è un filosofo e psicanalista argentino.Miguel Benasayag, 66 anni, è un filosofo e psicanalista argentino. Negli anni della giunta militare a Buenos Aires è stato arrestato e detenuto per quattro anni, torturato. “Funzionare o esistere?” (Vita e Pensiero, 2019) è il titolo di uno dei suoi ultimi libri tradotti in italiano. Benasayag vive a Parigi dove oggi a Memos Raffaele Liguori lo ha raggiunto per un’intervista sull’emergenza #Covid19. 

Che cosa sta succedendo, professor Benasayag? 

Io non posso rispondere dicendo cosa sta succedendo. Posso dire, invece, cosa succede per noi. 

Un primo livello ci racconta cosa accade con questa epidemia. C’è qualcosa di strano. Prima dicevano che era poco più di un’influenza, ma poi hanno preso tutte queste misure a livello internazionale. A questo livello non tutto è conoscibile, c’è un’incognita. Però, possiamo anche dire che i potenti del mondo si aspettavano questa situazione ormai da vent’anni. Quanto sta accadendo è una conseguenza di ciò che io chiamo ecocidio, il disordine e il disastro nella regolazione degli ecosistemi. Ciò che non sappiamo è se questa minaccia sarà quella vera oppure no. Tutto questo è il lato globale del problema.

Ma noi, individui famiglie e gruppi, non riusciamo a pensare e ad agire a questo livello globale. Rischiamo di restare in una passività assoluta. In questa globalità ci sono molte variabili non conoscibili. E’ un allarme che mette in gioco la vera sfida della nostra epoca: come agire e pensare dentro una complessità che non possiamo capire completamente. Dobbiamo imparare, d’ora in poi, a pensare e agire consapevoli che ci sono molte cose non conoscibili.

Miguel Benasayag, lei diceva che i potenti hanno atteso per vent’anni questi momenti. I potenti sono stati partecipi di questa vicenda oppure hanno atteso passivamente?

Mi viene in mente spesso “Delitto e Castigo” di Dostojevsky. Quelli che hanno commesso e commettono questo ecocidio hanno la coscienza sporca. Si aspettano il castigo. Loro sanno che accadrà. Noi non possiamo sapere se questa sarà la volta buona. Ciò che invece si deve sapere è che dobbiamo imparare ad agire in un mondo che d’ora in poi sarà in buona parte così. Ci saranno delle minacce globali di fronte alle quali o noi rimaniamo passivi, dicendo “dobbiamo obbedire, dobbiamo essere disciplinati, restare a casa, non fare niente”, oppure impariamo ad agire. Il mondo sarà d’ora in poi – e per un lunghissimo periodo – con delle minacce e delle variabili non misurabili.

Come si combattono queste minacce?  I provvedimenti presi dal governo in Italia inevitabilmente vanno a toccare libertà fondamentali, ad esempio la libertà di circolazione. La disponibilità ad osservare queste nuove norme sembra provenire dalla condivisione del pericolo rappresentato dal contagio. Allora, Miguel Benasayag, queste minacce – e gli interventi per combatterle – finiranno sempre per mettere in discussione la democrazia? Molto dipenderà anche dalla fiducia che i cittadini avranno verso l’autorità che decide i provvedimenti?

In questo momento la sfida è essere adulti. Le potenze del mondo funzionano con una programmazione e modellizzazione digitale. Ma i loro modelli hanno fallito. Hanno fallito economicamente già tre quattro volte. Sono in pieno fallimento perché non hanno previsto cosa sta succedendo e cosa accadrà, e cosa dobbiamo fare. Tutto ciò è una sfida per noi perché noi non possiamo accordare fiducia a questi potenti. Oggi dobbiamo resistere alla tentazione di rompere tutti i legami per obbedire. Noi dobbiamo essere responsabili per questa situazione, anche se ci manca la conoscenza di tutte le variabili. 

Il neoliberismo oggi vuole rompere ogni legame che si collega alla democrazia e chiede obbedienza. Il problema è il seguente: non si tratta di non obbedire tanto per farlo. Si tratta di assumere la responsabilità di questa situazione. Ciò che ci propongono è restare tranquilli, aspettare le notizie. Noi, invece, dobbiamo cercare come resistere a questo processo che punta a ridurre il potere di azione delle persone. E l’epidemia in corso lo sta già facendo. 

Lei dice: il punto non è obbedire tanto per farlo. Allora, dico io, obbedire oggi potrebbe servire come promemoria per il futuro: obbediamo oggi, ma domani non si dovranno più fare tagli al sistema sanitario pubblico, oppure disinvestire dalla scuola, perché oggi abbiamo la conferma di quanto siano fondamentali.

Il punto centrale è che nella nostra epoca non possiamo continuare ad obbedire ciecamente. Dobbiamo sapere che i potenti del mondo sono assolutamente nel buio totale, economicamente e nella loro organizzazione sanitaria. Questi soggetti sono in fallimento. E di fronte a tale fallimento, dobbiamo cercare nella produzione di legami sociali dei modi di responsabilità condivisa. E’ l’insegnamento di questa prima grande allerta (emergenza coronavirus, ndr). Disgraziatamente non è altro che la prima grande allerta. 

O noi obbediamo a degli assoluti irresponsabili che sono finiti nel buio oppure cominciano ad essere coscienti che dobbiamo prendere nelle nostre mani la responsabilità di cosa sta diventando il mondo, l’economia, la sanità. 

Quindi lei chiede un’obbedienza partecipata, attiva, cosciente di cosa è accaduto negli ultimi anni? 

Io eviterei la parola “obbedienza” e al suo posto userei l’espressione “essere d’accordo con certe misure proposte dalle autorità sanitarie”. Non si tratta di obbedire, ma di dire che siamo d’accordo con quelle misure. Quindi lasciamo fuori l’idea dell’obbedienza. Pensiamo di essere responsabilmente d’accordo con certe misure, non dare una fiducia cieca a questa gente (i potenti, i governi, ndr). E, infine, assumere la seguente realtà: se non ci prendiamo in mano il nostro futuro, nessuno lo farà.

foto | wikipedia

  • Autore articolo
    Redazione
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio mercoledì 05/03 12:30

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 05-03-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve mercoledì 05/03 18:30

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 05-03-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di mercoledì 05/03/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 05-03-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di mercoledì 05/03/2025 delle 07:16

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 05-03-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Esteri di mercoledì 05/03/2025

    1- Stato del’ Unione: A colpi di Fake News Donald Trump esalta la sua rivoluzione e spacca l’America. Massima pressione sull’Ucraina. 2-Guerra dei dazi. Dietro la ribellione dei canadesi la storia dei Trudeau, una famiglia orgogliosamente a fianco di Fidel Castro e contro El Blochéo 3—Groenlandia, 11 marzo al voto. Gli indipendentisti tra l’odiata Danimarca e le mire imperialiste degli destra statunitense. Intervista alla scrittice Niviak Korneliussen autrice del libro : la valle dei fiori 4- Ricostruzione senza deportazione. Il piano egiziano bocciato da Stati Uniti e Israele ma la lega araba intende sostenerlo di fronte alla comunità internazionale. 5-Progetti sostenibili. Da aeroporto a quartiere a misura d’uomo. La rigenerazione urbana a Denver . 6-Verso l’otto marzo. Il graphic novel “ Non è questo il giorno “ di Josune Urrutia Asua.

    Esteri - 05-03-2025

  • PlayStop

    Poveri ma belli di mercoledì 05/03/2025

    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

    Poveri ma belli - 05-03-2025

  • PlayStop

    Doppio Click di mercoledì 05/03/2025

    Doppio Click è la trasmissione di Radio Popolare dedicata ai temi di attualità legati al mondo di Internet e delle nuove tecnologie. Ogni settimana, dal lunedì al giovedì, approfondiamo le notizie più importanti, le curiosità e i retroscena di tutto ciò che succede sul Web e non solo. Ogni settimana approfondiamo le notizie più importanti, le curiosità e i retroscena di tutto ciò che succede sul Web e non solo. A cura di Marco Schiaffino.

    Doppio Click - 05-03-2025

  • PlayStop

    Vieni con me di mercoledì 05/03/2025

    Miss Italia deve morire? Secondo noi sì! Anche se in quella che ancora sopravvive, c'è una voce di speranza. Con Alice Cucchetti. Seguono Claudia Buzzetti, musicista cantautrice e Chiara Ruggeri, horse rider e osteopata animale, in entrambi i casi, una vita di lotta contro gli stereotipi. Vuoi segnalare un evento, un’iniziativa o raccontarci una storia, scrivi a vieniconme@radiopopolare.it Conduzione, Giulia Strippoli Redazione, Giulia Strippoli e Claudio Agostoni La sigla di Vieni con Me è "Caosmosi" di Addict Ameba

    Vieni con me - 05-03-2025

  • PlayStop

    Playground di mercoledì 05/03/2025

    A Playground ci sono le città in cui abitiamo e quelle che vorremmo conoscere ed esplorare. A Playground c'è la musica più bella che sentirai oggi. A Playground ci sono notizie e racconti da tutto il mondo: lo sport e le serie tv, i personaggi e le persone, le ultime tecnologie e le memorie del passato. A Playground, soprattutto, c'è Elisa Graci: per 90 minuti al giorno parlerà con voi e accompagnerà il vostro pomeriggio. Su Radio Popolare, da lunedì a venerdì dalle 15.00 alle 16.30.

    Playground - 05-03-2025

  • PlayStop

    Jack di mercoledì 05/03/2025

    Marcello Lorrai racconta la storia dei ELa Revolucion Emiliano Zapata", nella settimana dell'otto Marzo approfondiamo la figura della cantante Emel con una scheda, ci colleghiamo con Irene Buselli per introdurre la serata di presentazione di "Musicarpia" di giovedi in auditorium, ci colleghiamo con Vittorio Nocenzi del Banco del Mutuo Soccorso per farci raccontare il nuovo disco "Storie Invisibili" che arriverà live Venerdi al Dal Verme

    Jack - 05-03-2025

  • PlayStop

    Musica leggerissima di mercoledì 05/03/2025

    a cura di Davide Facchini. Per le playlist: https://www.facebook.com/groups/406723886036915

    Musica leggerissima - 05-03-2025

  • PlayStop

    Considera l’armadillo di mercoledì 05/03/2025

    Noi e altri animali È la trasmissione che da settembre del 2014 si interroga su i mille intrecci di una coabitazione sul pianeta attraverso letteratura, musica, scienza, costume, linguaggio, arte e storia. Ogni giorno con l’ospite di turno si approfondisce un argomento e si amplia il Bestiario che stiamo compilando. In onda da lunedì a venerdì dalle 12.45 alle 13.15. A cura di Cecilia Di Lieto.

    Considera l’armadillo - 05-03-2025

  • PlayStop

    Cult di mercoledì 05/03/2025

    Cult è condotto da Ira Rubini e realizzato dalla redazione culturale di Radio Popolare. Cult è cinema, arti visive, musica, teatro, letteratura, filosofia, sociologia, comunicazione, danza, fumetti e graphic-novels… e molto altro! Cult è in onda dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 11.30. La sigla di Cult è “Two Dots” di Lusine. CHIAMA IN DIRETTA: 02.33.001.001

    Cult - 05-03-2025

  • PlayStop

    Pubblica di mercoledì 05/03/2025

    Riarmiamoci e partiamo. La spesa militare ha la priorità in Europa. Ursula von der Leyen sostiene che questa “è un’era di riarmo” e mette sul piatto 800 miliardi di euro. Il futuro governo tedesco di Friederich Merz si è detto disposto ad allentare l’austerità per finanziare l'aumento della spesa militare in Germania. Una situazione in completo movimento che parte dalla decisione degli Stati Uniti di Trump di far saltare il banco della difesa europea, dicendo no al modello di finanziamento della spesa militare in Europa a prevalente capitale pubblico americano. E così la difesa europea, anziché essere un pilastro istituzionale di una futura Europa politica, si trasforma in un sinonimo di “corsa agli armamenti”, una corsa per soddisfare gli appetiti dell’industria bellica. Mentre la “difesa europea” dovrebbe essere sinonimo di “sovranità europea sulla spesa militare”, un recupero di sovranità dell’Europa nel campo della difesa dopo decenni di dominio degli Stati Uniti. Pubblica ha ospitato Francesco Lenzi, economista, e Stefano Zamagni, economista, ex presidente dell'agenzia per il terzo settore, fino a due anni fa è stato presidente della Pontificia accademia delle scienza sociali.

    Pubblica - 05-03-2025

  • PlayStop

    A come Asia di mercoledì 05/03/2025

    A cura di Diana Santini con Gabriele Battaglia

    A come Atlante – Geopolitica e materie prime - 05-03-2025

Adesso in diretta