L’Alto commissario per i Diritti Umani dell’ONU, Veronica Michelle Bachelet, racconta con la sua vita la storia contemporanea del Cile. Figlia di Alberto, Brigadiere Generale dell’aviazione e Viceministro del governo di Salvador Allende, la vita della famiglia Bachelet fu profondamente marcata dal colpo di Stato che si consumò l’11 settembre di 45 anni fa.
Suo padre venne detenuto pochi mesi dopo e torturato dai suoi colleghi della forza aerea fino alla morte. Il suo fidanzato Jaime Lopez venne sequestrato e tuttora resta desaparecido. Lei stessa insieme a sua madre fu sequestrata dai militari nel 1975 e detenuta per 21 lunghi giorni nel terribile centro di detenzione clandestino Villa Grimaldi dove subirono ogni tipo di tortura.
Liberata grazie alle pressioni internazionali, trovò rifugio nella Germania est, dove studiò pediatria. Tornata in Cile nel 1979, il suo impegno con il partito socialista condiviso con la pratica medica in ospedali pubblici la portò prima a diventare Ministro della Difesa e poi della Sanità, e infine, per due mandati, la prima donna Presidente della Repubblica.
Michelle fa parte di quella schiera di politici sudamericani, come Pepe Mujica in Uruguay e Dilma Rousseff in Brasile, che sono riusciti non solo a sopravvivere alla tortura, ma a battere moralmente e politicamente i loro aguzzini.
Bachelet è stata nominata appena 10 giorni fa come Alto Commissario ONU, ma di sicuro sa cosa è la politica e soprattutto sa cosa vuol dire, sulla propria pelle, la violazione dei diritti umani.