
A sentire Emanuele Macron l’esercito russo è alle porte di Parigi. Il suo discorso ha spaventato i francesi, al punto che i giornali locali si sono affrettati a preparare articoli su chi sarà chiamato in caso di invasione del paese.
Oggi la Presidente della Commissione Ursula Von Der Leyen ha dichiarato che “è un momento spartiacque, l’Europa in pericolo deve difendersi” la premier danese, Mette Frederiksen le ha fatto eco: “Spendere, spendere, spendere per la difesa e la deterrenza”.
In Germania CDU e SPD hanno concordato di modificare il freno al debito – iscritto nella costituzione – per aumentare la spesa militare.
Ci sono due o tre considerazioni da fare: l’Ucraina va difesa dalla brutale aggressione russa ma l’unica soluzione è cercare una pace giusta a tutti i costi con il dialogo non con la terza guerra mondiale.
Le ragioni della corsa alle armi – da non confondere con la questione ben più delicata della creazione di un esercito europeo – sono state smontate da dati ufficiali.
Ogni anno l’unione europea spende 200 miliardi di euro in armi ben più di Cina e Russia.
La terza considerazione riguarda i diritti sociali: secondo la maggior parte degli economisti i più poveri saranno le principali vittime dell’aumento della spesa militare.
Infine c’è da fare un piccolo appunto.
Si sente in questi giorni dire che sono cambiati i tempi in Europa dopo 80 anni di pace e di benessere. Tutto giusto. Ma c’è un piccolo dettaglio: un pezzo importante di quel benessere è stato frutto della brutale colonizzazione dell’Africa segnata da genocidi e saccheggi delle materie prime.