
Il desiderio di Meloni di fare da pontiere tra Europa e Stati Uniti alla fine verrà frustrato. Agli Stati Uniti il suo ruolo non interessa. Lei ci ha provato, con il videomessaggio inviato alla convention repubblicana. Nelle intenzioni avrebbe dovuto essere un capolavoro di equilibrio. Alla fine è stato si un un esercizio di equilibrismo, ma di tipo cerchiobottista.
“Bisogna garantire all’Ucraina una pace giusta e durevole” ha affermato Meloni. Al contempo però la presidente del Consiglio italiana si è detta sicura che sarà Trump a portare quella pace giusta e durevole. Lo stesso Trump che ha ribaltato la storia, affermando che sarebbe stato Zelensky a iniziare la guerra, calpestando la realtà dell’invasione russa che proprio domani 24 febbraio compie tre anni. E il presidente degli Stati Uniti ha dimostrato nella stessa sede di non tenere in alcuna considerazione la posizione espressa da Meloni. Ha parlato subito dopo il videomessaggio e ha ribadito: “l’Ucraina ci deve dare le sue terre rare”, ribadendo così il ricatto già espresso nei giorni precedenti. Alla faccia della pace giusta.
“Con Trump non vedremo più il disastro afgano” ha arringato in riferimento all’ingloriosa ritirata di Biden. Fingendo di non ricordare che fu Trump a firmare coi Talebani l’accordo di ritiro dal paese asiatico e fingendo di ignorare la postura aggressiva di Trump nei confronti di tutta l’Europa.
A proposito di Europa: Meloni si è sperticata in un elogio al nostro continente, da lei descritto come la patria dei valori condivisi dalle destre di tutto il mondo. Omettendo ancora una volta di vedere la realtà: le destre di tutto il mondo sono nazionaliste e imperialiste e il vice di Trump, Vance, lo ha dimostrato proprio in Europa, a Monaco: valori condivisi sì ma comandiamo noi, ha intimato Vance agli attoniti leader politici e militari del vecchio continente.
Meloni dunque vorrebbe essere pontiera ma Trump ancora una volta l’ha semplicemente ignorata: non l’ha mai nominata nel suo discorso fiume, in cui ha trovato spazio perfino per Milei.
Alla nostra presidente del consiglio piacerebbe essere protagonista ma domani a Washington a rappresentare l’Europa ci andranno Macron e il britannico Starmer. I due leader delle sole potenze militari e nucleari europee. Gli unici che abbiamo ottenuto, in virtù della logica della forza, un incontro alla Casa Bianca.