- Play
- Tratto dal podcast Cultura |
Maurizio Milani, comico e scrittore milanese, parla a Radio Popolare del suo nuovo libro “La la Lambro. In viaggio da fermi tra i siti Unesco della cintura milanese“.
L’intervista di Ira Rubini a Cult.
Nella descrizione del tuo libro La La Lambro dici “Basta con i luoghi che tutto il mondo c’invidia. Andiamo finalmente a scoprire quelli che non ci invidia nessuno“. È tanto che percorri i luoghi che nessuno ci invidia.
Sì, sul Seveso, sull’Olona, su quei fiumi che fanno tanto tribolare quando c’è la piena in zona Fulvio Testi. E’ un problema annoso che abbiamo da 40 anni, dovrebbero far le vasche di laminazione ma ci sono dei problemi coi comuni a monte di Milano.
Quest’estate hai formato un comitato per nominare il Lambro sito UNESCO.
Esatto. Mi sono accorto che Milano ha un solo sito UNESCO, che è il Cenacolo di Leonardo da Vinci. Poi vedendo Ravenna, che è una città importante, bizantina, capitale dell’Impero Romano d’Occidente per un periodo, ne ha sette, ha sette siti UNESCO. Per cui mi son detto 7 a 1, Ravenna a Milano, mi sembra un po’ troppo. Tieni conto che il Duomo non è sito UNESCO. La Scala non è sito UNESCO perché mi han detto che essendo stata bombardata nel ’43, come la Galleria Vittorio Emanuele II, è stata rifatta, per cui non è più quella del Piermarini. La Basilica di Sant’Ambrogio, per me, meriterebbe l’UNESCO, anche il Duomo. Da quel spunto ho voluto un po’ prendere in giro l’UNESCO dicendo fate il Lambro, Torre Branca in Corso Sempione, Torre Velasca, i frullati di Viel, il Parco delle Cave, l’Idroscalo, la Darsena. Cose che l’UNESCO si mette a ridere, però mi metto a ridere io sapendo che Milano ha un solo sito UNESCO.
Nel tuo elenco c’è anche il parcheggio di Lampugnano.
Sì esatto, dove partono i Flixbus. L’ho preso una volta per andare a Sofia, lo paghi 15 euro. Anche quello va fatto sito UNESCO, anche la stazione di Rogoredo, lo Scalo Farini, Distretto Militare di Baggio, abbandonato perché non c’è più la leva obbligatoria. Qui faccio un elenco di 200 siti che l’UNESCO appena li ha visti ha detto “mandatelo al confino a Ponza”. Son venuti gli inspettori UNESCO, che ne han facoltà, e mi hanno mandato al confino all’isola di Ponza.
Leggendo il libro La La Lambro, quello che sento è anche un amore per siti giustamente sottovalutati, che nasce dall’averli attraversati con passione.
Sono molto legato all’Abbazia di Chiaravalle, che è a un chilometro da Rogoredo. Quell’abbazia benedettina ha avuto il merito, 1000 anni fa, di bonificare tutta la zona a sud di Milano fino alla provincia di Pavia, vicino a Sant’Angelo Lodigiano. Quell’abbazia è importante quanto la Certosa di Pavia, che è sito UNESCO. L’Abbazia di Chiaravalle invece è poco considerata. Forse è protetta dal FAI.
Quanto tempo ci hai messo a percorrere questo itinerario? Anni?
Mica sapevo che un domani mi veniva il soggetto per legare tutti questi fili. Quando hanno messo giù il sommergibile Totti, che arrivò da Cremona, dovettero tagliare i fili dell’alta tensione piuttosto che i semafori, arrivò sulla Paulese. Adesso è al Museo della scienza e della tecnologia. Tutte esperienze che ho avuto, ma che non avrei mai pensato di unirle sotto l’UNESCO. Chiaramente propongo dei siti improbabili, il sommergibile Totti, piuttosto che la Torre Branca, piuttosto che lo Scalo Farini, non so se meritano come il Lambro il sito dell’UNESCO. Tu pensa, nel Castello Forzesco c’è la Pietà Rondanini, che è l’ultima opera incompiuta di Leonardo, e lo Forzesco non è sito UNESCO. Anche lì m’han detto che è perché la Torre del Filarete, di fronte a Piazza Cairoli, è precipitata tante volte e l’han rifatta. C’è uno che si spaccia per ispettore dell’UNESCO ma io sinceramente penso sia un millantatore. Mi ha fatto vedere un tesserino con su scritto “sì, sono un ispettore UNESCO”. Ma io dico, ragazzo mio, puoi farmi vedere quello che vuoi, io voglio andare a Parigi alla sede dell’UNESCO se ti conoscono. Infatti ho telefonato e non risulta. Mi da delle motivazioni molto credibili, ma non gli va mai bene niente.
La La Lambro è una vera dichiarazione alla cintura milanese.
Il mio posto del cuore a Milano è l’Idroscalo. Per me è bello anche in autunno, ma d’estate è il mio amore. Non sapendo nuotare poi faccio apposta ad andare in pericolo e so che arrivano i cani bagnino, i labrador e i terranova che ti tirano su.