Raffaele Marra, l’ex braccio destro di Virginia Raggi in carcere con l’accusa di corruzione, ha chiesto ai magistrati di rendere note in modo integrale e senza omissis le sue conversazioni con la sindaca di Roma.
Da quella chat riservata sono passati tutti gli atti della giunta capitolina, dal 7 luglio 2016 – giorno del suo insediamento – fino al 16 dicembre, quando Raffaele Marra è stato arrestato. Oltre alla sindaca e al suo ex braccio destro, alla chat “Quattro amici al bar” partecipavano Salvatore Romeo, il militante-funzionario del Comune promosso a capo della segreteria con lo stipendio triplicato, e Daniele Frongia, ex vicesindaco dimessosi forzatamente e attuale assessore allo Sport.
La sindaca di Roma si è appoggiata molto agli amici della chat e li ha difesi strenuamente anche di fronte ad accuse molto gravi. La chat di contatti continui, nella quale i quattro si scambiavano idee e commenti su ogni decisione da assumere al Campidoglio, è stata depositata al Tribunale del riesame su richiesta dei legali di Raffaele Marra.
Quei contenuti, insieme ai tanti documenti, ai computer, ai palmari e ai telefoni, sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza nell’ambito dell’inchiesta coordinata dalla pm Zuini. Starà alla Procura di Roma dimostrare il potere di Marra, acquisito durante la giunta Alemanno ed esteso e rafforzato con l’arrivo dei grillini in Campidoglio. Un potere che lo stesso Marra avrebbe rivendicato in alcune circostanze e che ha utilizzato – sempre secondo l’accusa – nei confronti del costruttore Scarpellini, arrestato insieme a lui.
Nel 2013 Scarpellini gli avrebbe regalato – lui dice prestato – 367mila euro per l’acquisto di una casa. Secondo l’accusa si tratta di una tangente camuffata da prestito. D’altronde le intercettazioni hanno messo in evidenza come Scarpellini avesse tutto l’interesse a tenere aperto un buon rapporto con Marra e come Marra, al telefono, si dichiarasse “a sua totale disposizione”.