Oggi Emmanuel Macron ha cercato di dare una nuova spinta alla sua campagna per il secondo turno. Aveva organizzato un incontro ad Amiens, la sua città, con i responsabili sindacali della Whirlpool, l’azienda che sta per lasciare a casa circa 300 persone in una zona della Francia, la Piccardia, particolarmente favorevole al Front national.
Peccato però che Marine Le Pen abbia approfittato dell’occasione per mettere a segno un bel colpo mediatico. Mentre il candidato centrista incontrava i sindacati alla Camera di Commercio, lei ha optato per un’azione ad effetto presentandosi direttamente all’ingresso della fabbrica, in mezzo ai lavoratori in lotta.
Maria, 44 anni, mi racconta cos’è successo:
“Oggi abbiamo ricevuto la visita di Marine Le Pen. Non ce lo aspettavamo proprio. Votare per lei? Di sicuro non voto Macron ma il resto lo sapranno le urne. Ma sono perfettamente d’accordo con tutto quello che lei dice. Non dico che farà dei miracoli, perché anche il governo davanti a delle grandi aziende come queste, americane, non può fare molto. Ma che almeno possa fare qualcosa per noi perché abbiamo bisogno di lavorare e vogliamo lavorare.
Tanto, che voti o non voti Marine, faranno di tutto per non farla passare. Ma se vince Macron… abbiamo già subito cinque anni orribili e con lui saranno altri cinque e io non ho voglia che si arrivi a una guerra a causa di tutto ciò. Ne abbiamo piene le scatole. La gente non ne può più. Non possiamo lasciarli continuare, il popolo deve svegliarsi!
Macron dice quello che vuole. Ogni volta dice che deve venire ma poi non viene mai. Non ha un vero programma, non si può votare per uno così. Oggi è in città ma non so se lo riceveremo come si dovrebbe. Che venga! Scopriremo cosa lo aspetta!”.
Gaultier ha 30 anni, da sette lavora alla Whirlpool e la sua compagna è qui da 19 anni:
“Marine ci ha riscaldato il cuore, eravamo contentissimi e l’abbiamo accolta benissimo. Prova che il nostro movimento gode dell’attenzione dei media, che è importante e che ci sostengono. E speriamo che tutto questo porti qualche risultato anche grazie a Marine Le Pen. Non ho parlato direttamente con lei ma ha detto che era di tutto cuore con noi, che ciò che succede non è normale e che farà il possibile per aiutarci. Al primo turno ho esitato tra Marine e Mélenchon e alla fine ho scelto lei. Soprattutto per la questione economica. Ci sono molte aziende come la nostra che chiudono. Soprattutto nella zona di Amiens diventa pesante in termini di licenziamenti e delocalizzazioni. Quindi speriamo che potenzi le leggi per evitare che si delocalizzi lasciando 300 persone, o anche meno, per strada. Macron, per me non è veramente vicino agli operai. Non mi riconosco nelle sue proposte, per nulla”.
Anche tra i delegati della CGT, la nostra CGIL, la venuta di Marine è stata ben’accolta. Come spiega Tonio, 47 anni, che è molto critico nei confronti di Macron:
“All’inizio gli abbiamo chiesto per mail di venire ad incontrarci ad Amiens, visto che è nato qui. Siccome non è venuto ci siamo detti che forse si era scordato e gli abbiamo mandato una lettera per avvisarlo che saremmo stati a Parigi, dove con tutti gli agenti di sicurezza sarebbe stato tranquillo, non avrebbe avuto problemi a parlare con noi. Ma il signor Macron ha detto: ‘No ma a me di 285 persone non me ne frega nulla, di quei pagliacci e allora me ne sto tranquillo a casa mia’. Ed è ciò che ha fatto. Oggi è al secondo turno e dice: ‘E’ un po’ poco il margine, magari posso recuperare dei voti da qualche parte, perché non da me, ad Amiens?’. È voluto venire ma siccome ha paura di venire da solo su un parcheggio dove c’è chi sciopera, ha deciso di invitare una delegazione a incontrarlo. Io personalmente mi sono rifiutato. Ho detto che sono qui 24 ore su 24 e che se mi vuole incontrare sono qui, a sua disposizione, tutti i giorni.
Sapete bene che Marine Le Pen non è ciò in cui credo. Ma siamo in democrazia e oggi vediamo che una persona ha fatto lo sforzo di venire in un posto, e le persone che stanno perdendo il loro lavoro avevano chiesto il sostegno dei candidati alla presidenza e almeno una persona è venuta. Avrei preferito fosse Mélenchon, ma non è stato così. Al secondo turno metterò nell’urna una scheda con il nome di Mélenchon. Sarà un voto nullo”.
Bisognerà aspettare un’ora dopo la partenza della candidata frontista e dei militanti FN che hanno mangiato panini con le salamelle con gli operai, perché Macron decida, alla fine, di venire anche lui in fabbrica.