Maria Laura Giulietti, scomparsa sabato 27 febbraio all’età di 58 anni, aveva dedicato la sua intera vita alla musica, lavorando prima come giornalista e poi come produttrice. Laureatasi in Letteratura americana con tesi su Walt Whitman, in Italia fu una pioniera del giornalismo musicale e una delle prime giornaliste rock donne al mondo. Voce di “Stereonotte”, e ancor prima di “Pop off” (storiche trasmissioni di Radio Rai), da produttrice discografica ha guidato Teresa De Sio – occupandosi saltuariamente anche di altri artisti – nella sua scelta solista, da cantautrice prima, da pasionaria del combat folk poi. «La luce che ha illuminato tutta la mia vita con la sua intelligenza, il suo affetto, la sua protezione e il suo enorme talento questa mattina si è spenta per sempre. il mio cuore è distrutto. Ciao Marialaura, ciao»: questo il saluto di Teresa De Sio.
Dario Zigiotto, operatore culturale e da anni collega di Maria Laura, ha scritto questo ricordo per il nostro sito.
La giornata è coerente con la ferale notizia. Buia, triste da fine inverno, con quella “pioggia fredda e dritta sulle mani”, come si diceva in quella grande canzone.
Già, le canzoni. La musica, quella di cui si occupava Maria Laura Giulietti: una passione prima che una professione. Quando la musica era un bisogno e, come è giusto che fosse, un linguaggio sociale, la cui mancata funzione spiega la sua interminabile crisi attuale.
Da qui il legame di più di una generazione. Il profondo senso di amicizia e complicità che, in questa “missione” univa molti di noi, operatori del settore, nel considerare la musica socialmente utile e culturalmente indispensabile. Tanto da diventare una scelta di vita.
Maria Laura la ha attraversata nel suo momento storico più significativo, dagli anni ’70 in poi, e nel suo ambito più profondo: da giornalista e divulgatrice a produttrice artistica di Teresa De Sio, una delle artiste più rappresentative di questo percorso, con la quale ha condiviso affetto, amicizie e carriera.
Nel mio ricordo professionale di Maria Laura, ho una precisa visione: la cura meticolosa, l’amore dei princìpi e della correttezza, quasi ideologica, nella valorizzazione del progetto artistico e nella tutela dell’artista.
Abbiamo anche litigato, recentemente, perché la passione vuole anche questo: io come organizzatore dell’evento napoletano dedicato a De Andrè e lei come manager di Teresa De Sio che, di quel progetto, “Na strada ‘mmiezz’o mare” è punta di diamante.
Ma, proprio perché con lei, di questo litigio sono fiero; perché ci confermava l’autenticità delle nostre opinioni e l’ultima telefonata, sotto Natale, rivelava una dolcezza insolita che, forse, preludeva all’incedere della malattia.
Nei lunghi sfoghi sulle difficoltà del settore, sulla deprimente inconsistenza degli interlocutori o sul vuoto culturale delle istituzioni, non mancava mai una chiusura ironica, sferzante e risolutoria che rivelava tutto il suo carattere, di combattente e di “romana” autentica, una “rugantina”, “de anima e de core” (e…guarda caso: la sua agenzia di produzione artistica si chiama proprio “CORE”) che, ma ormai sono frasi fatte, ci mancherà.
Non mi resta che avvolgermi nell’uggia della giornata e unire il mio dolore a quello incommensurabile di Teresa e di tutti i colleghi.
Buon viaggio Maria Laura.
Dario Zigiotto