Oltre cinquanta mila corridori al via, decine di migliaia di persone per le strade, 2 milioni di spettatori collegati da tutto il mondo.
La 42 chilometri di corsa più famosa del pianeta è pronta a celebrare la sua edizione numero 46, che cade a poche ore dalle elezioni che sanciranno l’inizio dell’era di Hillary Clinton oppure di Donald Trump.
L’appuntamento è per la giornata di domenica. La partenza, anticipata da un colpo di cannone e dall’inno americano, avverrà dal Ponte di Verrazzano secondo quattro diversi orari di start dalle 9.45 alle 11 della mattinata statunitense. In Italia Rai Sport seguirà l’evento in diretta dalle 14.45.
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Il percorso prevede il passaggio da Staten Island e poi Brooklyn, Queens e Bronx, per approdare infine a Manhattan. In un primo momento la corsa, nata nel 1970, si concentrava all’interno di Central Park; dal 1976 gli organizzatori hanno avuto estenderla ai cinque distretti della metropoli.
I numeri sono, come sempre, impressionanti. Da ogni Paese runners più o meno amatoriali in queste ore stanno raggiungendo la Mela, senza badare a spese e sfidando le immancabili liste di attesa per ottenere un pettorale.
Ma cosa rende unica la Maratona di New York e l’esperienza turistico-sportiva che a essa è collegata?
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Risponde Edoardo Erba, runner, professore universitario e autore teatrale. Nel 1992 creò la piece La maratona di New York, dedicata alla passione per la corsa di due uomini.
Sono 2819 gli italiani iscritti alla 46esima edizione della Maratona di New York, 500 in più dell’anno precedente. Torniamo così a essere, dopo gli Stati Uniti, il Paese più rappresentato al via.
Tra i partenti anche Leonardo Cenci, 44 enne perugino. Sarà il secondo corridore di ogni tempo a correrla con un tumore in atto.
Qui la sua intervista a Olio di Canfora.